Verso Timpaviva 2011: Vlady e la "Street Art"

                                                     di Nina Della Santa


Catanese sangue misto, Vlady  non pensa di avere un particolare talento, ma di sicuro ha una sua visione della realtà, che  esprimere con la "Street Art",  a cui dice di essere arrivato poi non così consapevolmente; non è quello che sembra leggendo la sua storia. Gli studi e la formazione artistici tra Italia, Finlandia e Irlanda, gli hanno permesso di viaggiare, vedere, di mettersi in gioco e pervenire alla propria collocazione, pur partendo dagli spazi allargati della "Land Art" e delle città europee: la città, giungla dell'uomo moderno.  
Esperienze di lavoro parallele, inoltre, gli hanno fornito la capacità di promozione/esibizione della propria arte, alla ricerca di chiunque condivida la necessità di farla entrare nella vita di tutti i giorni.
In una terra stupenda, ma piena di contraddizioni, disordine e degrado, è una vera sfida cercare di “decorare le forme” della realtà urbana con gusto, ironia, critica e personalità, come è nelle intenzioni di questa forma di “nobile vandalismo” o “protesta soft”, due dei modi che lui stesso usa per parlare della sua arte.

-È il caos delle nostre città, quasi mai a misura d'uomo, ad alimentare la tua vena decorativa e quindi ad averti spinto a restare qui dopo essere stato in posti in cui probabilmente le persone si integrano meglio con le città in cui vivono?
“Quando un mio amico di Milano vide le mie opere a Catania, mi disse che serve più cultura per capire queste forme d'espressione o di dissenso, cioè serve più cultura per concepire questa "inciviltà"! Questo paradosso mi è piaciuto e ne ho fatto il mio motto: io contrappongo la mia inciviltà alla "loro", e poi le peso. E' vero, riconosco che molta della mia ispirazione nasce dall'oppressione circostante, dall'assenza di cura e armonia. Quindi mi adopero in una sorta di protesta artistica, spingendo alla riflessione spesso con un esercizio di percezione visiva. E' bello poter regalare un improvviso sorriso, una sorpresa, un'emozione positiva.”

-Come è vista la "Street Art" nelle altre città in cui hai vissuto rispetto all'Italia/Sicilia?
“L'arte urbana ha esordito con un fisiologico ritardo qui in Sicilia. Diciamo che ci siamo accodati al resto d'Italia, ma l'Italia è un paese piuttosto attivo in quest'arte. La Street Art sta piano piano entrando nella cultura popolare e sempre più gente tende a riconoscerla. Vi è ancora qualche equivoco con il graffitismo, ma in molti hanno capito dove e perché questi due fenomeni differiscono.”

-Sei partito dalla "Land Art" dei grandi spazi fisici e mentali e della natura, ma hai capito che la tua dimensione è la città, l'ambiente in cui viviamo tutti e in cui ognuno è “costretto” esprimersi: la tua arte è allora un modo per aprire le porte della giungla di cemento in cui viviamo ai paesaggi delle nostre emozioni?
“La land art alla quale ti riferisci ha bisogno di spazi e mezzi di cui non dispongo, io adesso vivo la città e non avrebbe senso cercare la natura per motivi artistici. Preferisco dipingere la realtà che vivo. Negli ultimi due-tre anni ho vissuto molto la notte, ed è qui che nasce l'intenzione. Ci siamo addomesticati a vivere tra segnali, muri e asfalto, e quindi anche questo rientra ad essere il materiale su cui lavoro. La natura in se non richiede la decorazione: essa è già finita. Ma un dissuasore del traffico, un cassonetto o un pomello possono vivere una seconda vita: perché un componente dell'arredo urbano deve essere informe, sterile, incolore? a noi piace vederla in modo diverso!”

-Cosa proporrai a Timpaviva?
"Proporrò il progetto video curato da Gianluca Ricceri. Un video sulle azioni di Street Art di Vlady Art. Il video è stato interamente girato il 12 Novembre 2010 a Catania e comprende 6 episodi di sabotaggio artistico (dallo "shop dropping" allo sticker ironico): Satania, Egyptian crossing, Praystation, Fake postcards, Afro plants, Rat meat."










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