Club Privè: ASTOLFO SULLA LUNA, “Moti Browniani Ep”

                                                             
di Claudio "Spleen" Purrometo



Non accetto mai amicizie su facebook da persone che non conosco. Soprattutto se usano nomi “d’arte” come Astolfo Sulla Luna. E non ci sono foto sul profilo che facciano intuire la vera identità. Ma sono curioso e do sempre un’occhiata al profilo. E scopro che dietro l’alone di mistero si nasconde una band campana, che ha deciso di giocare sulla mia psiche manipolando la mia curiosità. Ma questo lo scoprirò solo qualche giorno dopo durante una lunga e intensa telefonata con loro.
La musica nei decenni è cambiata. A volte forse non troppo. E sono cambiati i mezzi per divulgarla. E gli Astolfo Sulla Luna lo fanno con garbo e furbizia. Sfruttando nel migliore dei modi internet e i social network. Puntando direttamente alle persone e ai loro gusti. Cercando, appunto, la loro curiosità. Invogliandola. E non obbligandola.
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Il loro profilo mi porta al loro sito. E qui scopro la loro prima produzione. Un ep, ancora solo in formato digitale, contenente cinque canzoni. “Moti Browniani”. Titolo che, se avessi avuto qualche nozione di fisica in più, mi avrebbe già dovuto far intuire a cosa stavo andando incontro. Autoprodotto e registrato praticamente in casa (con la collaborazione di Alessandro Di Sorbo). Come nella migliore tradizione del “Do It Yourself”. E questo contribuisce a creare quel suono grezzo e inquietante.
Potremmo dilungarci su punti di riferimento. Assonanze con altri gruppi. Potremmo citare gli Slint. I June of ’44. Gli Shellac. Persino gli Starfuckers di “Brodo di cagne strategico”. E bla, bla, bla…..
Ma decidere di ascoltare gli Astolfo Sulla Luna è come entrare in una stanza buia di fattezze Lynchane. La batteria segue i tuoi passi. Il basso è tagliente. La chitarra è il tuo timore. E la voce. Acerba. Ti arriva da dietro. Poggia una mano sulla tua spalla. Ti volta. Ti sputa in faccia.
A quel punto è un alternarsi o un convivere di umori. È ansia. È paura. È caos. È perdita di senno. È ritrovare il senno. È urlare contro le pareti. È cadere sul pavimento ad occhi aperti. È ritrovarsi sudati dopo un brutto sogno.
Su suoni vagamente darkeggianti, psichedelici forse, le parole. A volte sussurrate. A volte urlate. A volte ossessive. Parole combinate con pezzi di letteratura “rubati” a nomi eccellenti come Elliott, Orwell e Camus e resi propri. E ovviamente non possono mancare le citazioni cinematografiche. “Dick Laurent è morto”. Il pezzo che chiude l’ep. È un chiaro riferimento al David Lynch di “Strade perdute”.
Per chi non cerca la perfezione. Per chi non è perfetto. Questo è “Moti Browniani”.

Astolfo Sulla Luna è:
Lei – Divagazioni in delay, sfoghi letterali e sottofondi synthetici
Lui – Catenelle a caso su piatti ben precisi
L’altra – Reazioni calcolate ad overdrive costante

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