Caruana Mundi - Angeli, Dannati e Anime Sospese (autoprodotto 2014)




di Gaetano Giudice - A circa quattro anni di distanza dal Cucitore di Tende i Caruana Mundi ritornano con un nuovo disco: Angeli, Dannati e Anime Sospese. Secondo album per il gruppo etno-rock ragusano. Album autoprodotto e registrato presso lo Zuleima studio (di loro proprietà).
In copertina troviamo un particolare del dipinto "Quattro visioni dell’Aldilà", l’ascesa all’empireo, di Hieronymus Bosch.
Il disco è un concept album, che come il noto poema dantesco è un viaggio attraverso i tre regni dell’ oltretomba. Composto da nove brani, tre per ogni regno.
L’album si apre con un tuono. Nel primo brano Le Bugie del Diavolo ci troviamo dinnanzi al re degli inferi, al diavolo in persona. Shaytan si rivolge ad una donna a cui vuol donare il suo amore. Pur essendo un re è povero e in cerca di tenerezza e quiete in una donna. Il primo trittico è cupo, elettrico, con una preminenza di chitarre blues, slide ed echi psichedelici. C’è tutta la sofferenza dei dannati.

Usciti dall’Inferno, ci si inoltra tra le anime sospese del Purgatorio. Dal nero si passa al grigio. Anime non intrappolate per l’ eternità e che anelano alla salvezza. In Fuga a Katmandou si è immersi nelle brutture del mondo ipocrita occidentale con le sue crisi economiche e lo sfruttamento. C’è un forte desiderio di viaggiare verso l’altrove, andare a Katmandou appunto. Terre incontaminate, silenzi, serenità. In Cassandra, il mito della profetessa non creduta, vibra l’ orrore della guerra. Permane quel desiderio di andare via, di lasciare queste terre (“Lascia sia la sorte o il mare a portarmi via”).

Abu Nawas ci conduce in Paradiso. Dal grigio si passa al bianco. Suoni più leggeri, chitarre in levare tipiche del reggae. Il tema, che percorre l’ intero album, è l’amore. L’amore come ragione per imbarcarsi. L’amore come meta ultima. “L’amor che muove il sole e le altre stelle”.

In Ya Aziza, una ballata lenta e malinconica, si incontra Beatrice e l’ amore viene cantato in tutta la sua purezza. Nelle ultime strofe si ode la voce della donna amata; i due amanti dialogano. Le voci negli ultimi versi si intrecciano. Come in un film romantico d’altri tempi, l’album si conclude con una lenta dissolvenza in chiusura.

Dopo aver ascoltato l’album, emergono nella mia mente le parole di Ruysbroeck: "Il vino migliore e il più squisito, è anche il più inebriante [...] di cui, senza berlo, l’anima annichilita è inebriata, anima libera ed ebbra! dimentica, dimenticata, ebbra di ciò che non beve e che mai berrà!"








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