Il folk di William Wilson

                                                             di Sisco Montalto



William Wilson, musicista sempre smanioso di sperimentare nuovi generi musicali, dopo anni e dopo numerosi progetti, album, ep, festival, ha trovato la sua dimensione ideale, quella del solista. Da un anno è uscito il suo primo album “Just For You Not Fo All”, contenente dieci tracce, interamente autoprodotte. Un folk con venature psichedeliche e dark. Un album molto interessante che vale proprio la pena di ascoltarlo..Ho conosciuto un pò meglio William:

-William, mi ha sorpreso molto la tua biografia, tanti progetti negli anni e tanti generi musicali, soprattutto  è presente il metal: come si arriva dal metal al folk-blues, a parte la naturale maturazione che ci può essere in un artista, e cosa hanno dato le esperienze passate al tuo attuale progetto?
"Dal Black Metal al Folk il passo è molto più breve di quanto si possa pensare. I due "generi" musicali hanno diverse caratteristiche comuni, soprattutto certi argomenti o tematiche all'interno delle liriche sono molto simili, basti pensare alla natura o al rapporto dell'uomo con essa. Le molteplici esperienze vissute negli anni precendenti di certo mi hanno dato la forza e la sicurezza necessarie per intraprendere un percorso tortuoso e avventuroso come quello solista, che di certo regala molte soddisfazioni ma anche sforzi maggiori."

-Parlami  di “Just For You Not For All”, album uscito nel 2010..
"Questo è un disco completamente incentrato sulla poesia e sulla melodia, un disco dark, con suoni e scelte stilistiche a volte sperimentali, soprattutto per quanto riguarda le registrazioni e i mix. Un disco che è nato con poche pretese, per essere soltanto un prodotto "acustico e voce", una sorta di libro sonoro, che vuole affermare la necessità di semplicità ma che in realtà è complicato da assimilare ad un primo ascolto." 

-Da cosa è ispirato questo album e più in generale la tua musica?
"Senza dubbio tutti quei cantautori malinconici e introspettivi come Nick Drake ed Elliott Smith, ma anche e soprattutto persone vicine a me come Giuppy (la mia ragazza) e Giuseppe Forte che hanno sempre creduto in me e mi hanno sempre spronato e spinto ad andare avanti." 

-Boris Vian e Gregory Corso: come hanno "influenzano" la tua arte e cosa ha rappresentato per te la beat generation?
"In quegli anni si respirava un'aria di libertà artistica mai vista prima, testimoniata dagli scritti di Gregory Corso, William Borroughs, Allen Ginsberg, Jack Kerouack e compagnia...
Ed è proprio questo lo spirito che  accompagna la mia creazione musicale, uno spirito totalmente avulso da regole o dettami specifici, ma totalmente llibero e aperto a nuove esperienze, proprio come i Poeti della Beat Generation...Boris Vian, più che per le sue opere poetiche, mi ha influenzato per la sua musica, essendo stato un Jazzista magari non eccelso, ma sicuramente di grande impatto sotto il profilo lirico (ad esempio, "Le Deserteur", canzone molto "divertente" ma di denuncia, che ha come tema la chiamata alle armi). L'arte musicale ha di certo influenzato quella poetica in Vian, che non scriveva soltanto poesie ma vere e proprie canzoni. La sua poesia è talmente sonora e musicale, da essere perfetta per crearne dolci melodie dark."

-Mi è piacuta l'idea del francese: perchè questa scelta?
"Ho sempre utilizzato l'inglese, come lingua principale, da 12 anni a questa parte, ho sempre scritto in Inglese e mi sono trovato bene e a mio agio. Francese, perché sentivo il bisogno di cantare le poesie di Boris Vian e non volevo snaturarle, ma esprimere ciò che lui voleva dire nella sua lingua originale. La lingua Italiana, oltre ad essere bellissima, è di gran lunga la più difficile da utilizzare, poiché sarebbe facile risultare banali o ripetitivi. Oltretutto, non credo di essere in grado di esprimermi al meglio in italiano, nonostante sia la mia lingua madre."


-Hai sempre fatto musica lontana da quella più prettamente italiana: che idea ti sei fatto della musica del nostro paese e pensi che ci si possa "imporre" in Italia con certi generi?
"In Italia la crisi economica ha intaccato notevolmente il mercato discografico, tanto che ormai chiunque preferisci far dischi casalinghi e autoprodursi, anche perché nessuno investe più sui giovani, e per forza di cose bisogna darsi da fare. La musica, da sempre, in Italia è messa in secondo piano rispetto a tutto il resto, e quindi non sarà una cosa semplice non solo imporsi, ma anche semplicemente avere la possibilità di esibirsi e ritagliarsi un piccolo spazio personale all'interno del marasma generale." 

-Ultima domanda: live in programma e progetti futuri?
"Sono fermo da un po' in realtà, sto sperimentando nuove soluzioni per i live. Sabato 30 Aprile, aprirò un concerto durante una manifestazione che si terrà nel "mio" paese, Floridia, in provincia di Siracusa, e questo sarà l'unico live in programma, almeno per adesso.Per il resto, la mia idea principale è sempre quella di esibirmi al di fuori dei confini regionali e magari nazionali, ma ci vogliono tempo libero, soldi e molta fortuna...infine sto lavorando al nuovo album."

 -Grazie...a presto William!!
"Grazie a voi!"





Commenti