Max Manfredi – Dremong (Autoprodotto, 1 Settembre 2014)






di Sisco Montalto - Ci sono artisti e artisti, e c'è musica e musica. Di questi tempi è davvero difficile districarsi tra le tante proposte che arrivano da ogni direzione; e la qualità purtroppo è molto molto altalenante, coperta (o almeno qualcuno ci prova) da comunicati stampa favolosi che preannunciano ogni volta il nuovo artista (e disco) dell'anno.

La moda poi la fa da padrone. In questa giungla frastagliata però si trovano anche artisti veri, che continuano a fare la propria musica e creare probabilmente solo per il gusto di farlo, o quasi. E’ sicuramente il caso di Max Manfredi, nome che certamente ai più giovani e distratti non dirà nulla ma a chi segue una certa musica invece, dirà senz'altro qualcosa. Manfredi infatti è sulla scena artista italiana da oltre 20 anni. Un tempo enorme, sopratutto se si pensa a cosa è diventata l'arte e la musica in Italia.

La sua ultima fatica è Dremong (Il progetto Dremong è stato realizzato con il sistema del crowdfunding, avviato e concluso su MusicRaiser, con la partecipazione di 201 raisers). Disco che mescola inediti e vecchi brani rivisitati. Una veste retrò (tastiere vintage e chitarre classiche, gu-qin e go-zen,  flauti e violino) che rinfresca dei pezzi già pieni di poesia e di atmosfera e ne regala altrettanti davvero intensi.
Max Manfredi si destreggia ad occhi chiusi tra progressive e suoni popolari, tra cantautorato e folk, sulla scia di grandi (con i quali ha collaborato o semplicemente incontrato) come de Andrè, Vecchioni, Branduardi.
Dremong è un lavoro raffinato, che racconta anche la realtà, filtrata però attraverso un linguaggio poetico, struggente, fiabesco, al di sopra della media.

Un po' cantastorie un po’ poeta, Max Manfredi con Dremong ci fa viaggiare con la mente per il mondo, senza tempo e senza meta, per 14 canzoni, che sono puri affreschi di vita e di stati d'animo.



Voto:  ♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫










Commenti