Grozdana Tilotta, tra reale e visonario

di Sisco Montalto





Ho conosciuto quasi per caso, grazie alla “magica” rete di facebook, Grozdana Tilotta, pittrice siciliana che da anni ormai vive a Catania. La sua è un arte pop divertente e colorata, moderna e cinematografica. Un’arte che trae ispirazione dalla quotidianità, amore, odio, paura. Un mondo quello di Grozdana tra il reale e il visionario, di quello che vorrebbe essere e di quello che invece è, di come vorrebbe  che il mondo fosse, di come lei, con gli occhi delle persone più sensibili, lo vede, lo percepisce. Da qualche giorno si è aperta la prima di una serie di mostre a Catania e ho approfittato di questo evento per farle qualche domanda sul suo “mondo”:

- Raccontami il tuo percorso artistico, in che modo hai scoperto la pittura e quando hai capito di voler dipingere?

"Dato che la mia è una famiglia di pittori, è stato inevitabile per me iniziare fin da piccola ad usare pennelli e tele per esprimere la mia creatività. Nonostante ciò, nella mia crescita ho passato più di 10 anni in quella che molti definiscono“pausa riflessiva”, mi è stato necessario per capire se l’arte era veramente parte di me o se fosse semplicemente una deriva  indotta  dal mio contesto. Ho ripreso i pennelli nel 2007 e non mi sono più fermata."

- La tua arte è influenzata dalla società, dall'ambiente, da quello che comunque leggi, senti intorno a te? ..E in che modo questo si riversa nei tuoi quadri?

"Certo. Non credo che esista l’arte totalmente intimista, visto che il nostro essere si forma sempre e comunque in relazione con l’altro da sé.
Osservo molto gli innumerevoli artisti contemporanei che popolano il mondo di internet, pittori, illustratori, fotografi, street artist, è per me una gioia potermi confrontare con il loro mondo.
Ovviamente ognuno di noi ha un modo tutto personale di esprimere il proprio tempo, e per me è di grande importanza osservare e vivere sulla mia pelle i problemi di una generazione in piena crisi, riflettere sui movimenti politici e sociali di questo periodo.
I miei quadri parlano anche della storia del cinema e della fotografia, della musica e di tutti quegli artisti che con le loro parole, immagini o pensieri hanno contribuito a formare il mio/il nostro immaginario, hanno alimentato la nostra fantasia."


-Con i tuoi quadri cosa vuoi trasmettere, se vuoi farlo, o comunque che obiettivi ti poni?

"Io parto dal presupposto che tutti noi, chi più chi meno, possediamo un’ immaginario personale, un mondo fantastico nel quale si muovono sogni e paure. Io adoro questo mondo!
Se da un lato questo è un luogo privato e diverso per ognuno di noi, dall’altro esistono dei tratti comuni, un’ immaginario collettivo. La cosa divertente è che cercando di parlare di questo nei miei quadri, posso esprimere un  mondo che non è solo mio, posso condividere con gli altri sensazioni ed emozioni comuni.
Ho reso omaggio a tutti quegli artisti che hanno contribuito a creare il nostro immaginario, ad alimentare la nostra fantasia e per questo hanno meritato un posto d’onore nel mio percorso artistico. Sono stati ritratti o fotogrammi, ma anche interpretazioni figurative del significato della loro poetica.
Indagando sull’immaginario collettivo, non ho potuto poi fare a meno di esprimermi riguardo il grande rischio che tutti noi corriamo nel subire passivamente eccessivi  input visivi senza operare una cernita significativa. La deriva di indifferenza verso ciò che ci circonda che questo processo può portare è per me un fatto triste ma purtroppo molto presente ai giorni nostri."


- Cosa pensi dell'arte in Italia, nel senso in un Paese ricco di arte e cultura, come il nostro, pensi che il ruolo dell'arte sia importante e sia tenuto in considerazione o c'è, come sembra a me, una sorta di indifferenza?

"È vero, l’Italia è un paese meraviglioso che trasuda arte ad ogni angolo di strada, è un’ispirazione continua per un artista. Questo fatto, l’essere circondati dalla Storia dell’arte, può essere però un fattore controproducente. Credo che l’Italia sia così tanto  impegnata nel difendere e valorizzare il suo patrimonio artistico da non avere più molto tempo e risorse per dedicarsi all’arte nuova, ai suoi giovani artisti."

- Più nello specifico credi ci sia spazio oggi per i nuovi artisti, parlo in tutti i campi, musica, letteratura, pittura etc, riuscire a vivere di quello che si fa, oggi è un sogno o no?

"È chiaro che ci troviamo in un periodo storico ben diverso da quello in cui i magnati si prendevano cura degli artisti tenendoli sotto la propria ala protettiva. Purtroppo io non sono Raffaello, e non esiste nessun Papa disposto a commissionarmi un ritratto! 
Certo poter vivere della propria arte è un bel sogno, non per forza però un’utopia, io personalmente uso questo pensiero come una spinta ad andare sempre avanti e superare i miei limiti.
Credo che oggi le nuove leve abbiano parecchie difficoltà di inserimento nei vari circuiti, il mercato è saturo, sebbene non sempre di opere di qualità, e lo spazio a disposizione è più che affollato.
Penso che la difficoltà maggiore, ma anche una grande  possibilità per noi oggi possa essere quella di doverci inventare spazi nuovi, aggirare i circoli delle varie gallerie, etichette, editorie per inventarci un percorso alternativo. Certo è un lavoro impegnativo, uno stress al quale un artista fino a poco tempo fa non avrebbe dovuto far fronte, ma che oggi a mio parere si rende necessario."


- Della situazione artistica a Catania cosa ne pensi, credo sia un delle poche città in Sicilia dove un certo movimento e interesse per l'arte sembra ci sia, tu che impressioni hai?

"Credo purtroppo che tu abbia ragione riguardo al fatto che Catania sia una delle poche, troppo poche città siciliane che cercano di dare spazio agli artisti della propria terra. Inoltre trovo che troppo spesso in Sicilia e non solo, si prediliga mettere in mostra  artisti che fanno parte della nostra storia o che siano ben inseriti nel mercato dell’arte. Ciò nonostante credo che ci siano ancora molte potenzialità in questa parte di terra, e non sono pienamente d’accordo con chi mi suggerisce puntualmente di “emigrare al continente” per avere un riscontro positivo."

  
-Progetti futuri?.. ho visto che hai esposto a Catania, cosa significa per te esporre i tuoi lavori?..Ti dico questo perchè a molti non interessa farlo, vedono la loro arte come qualcosa di intimo, da tenere per se, c'è chi invece la vede come un business, tu dove ti collochi?

"Non ho mai visto la mia arte come un business, l’arte per me si conclude nel momento della creazione. Questo non vuol dire che io non voglia vendere le mie opere, sarebbe comunque una bella gratificazione personale, così come sono disposta a lavorare su commissione, ma questo riguarda il prodotto finito e non il processo artistico.
Ho deciso di esporre a Catania dopo 12 anni che ci vivo (io in realtà vengo dalla provincia di Siracusa) perché in tutti questi anni la città mi ha regalato tantissimo, e mi sembrava giusto poter in qualche modo ricambiarle il favore.
L’arte è sì qualcosa di intimo, ma non sono d’accordo nel ritenerla esclusivamente tale. Sebbene i miei quadri siano stati per diverso tempo esposti solo sulle pareti di casa mia, non ho mai pensato che quello fosse il loro posto. Non esponendoli mi sento di fare un torto in primo luogo a me stessa ed alle mie tele, escludendomi la possibilità di un confronto con l’esterno e quindi di una conseguente crescita personale. Inoltre mi sembra alquanto egoistico che una persona in grado di esprimere delle sensazioni attraverso l’arte non dia la possibilità ad altri di emozionarsi tramite le sue opere.
Il mio progetto in questo momento è quello di fare un giro di esposizioni a Catania, per quanto riguarda il futuro, come sempre per me, è tutto un gran punto interrogativo in divenire."


 







 http://www.behance.net/grozdana

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