I' ve Buried Your Shoes Down by the Garden - Primo album dei Gentless3


di Sisco Montalto - Carlo Natoli, leader dei Gentless3, ci ha parlato del loro primo album I' ve Buried Your Shoes Down by the Garden, che ha visto la luce qualche settimana fa per la Wild Love Records. Sette brani, usciti solo in vinile, che hanno il sapore del vintage, di un'America oscura e lontana, temporalmente e spazialmente, che grazie ai Gentless3 diventa molto vicina. Il resto ce lo siamo fatti raccontare direttamente da lui:

-Carlo allora parlami di questo  primo album?
"L'album è composto da canzoni che mi giravano nella testa da un po' di anni, anni in cui ho suonato di tutto con tutti, dal rock d'avanguardia al jazzcore passando per l'elettronica: il “problema” è che la mia formazione culturale è quella dei cantautori italiani ed americani, Dylan e Neil Young in testa, e negli ultimi tempi tutta la vecchia-nuova leva di songwriter pre-war folk, Marissa Nadler e compagnia, per intenderci. Circa due anni fa, ero in giro con alcune band siciliane come fonico, ed i Diane And The Shell, che mi avevano sentito suonare queste canzoni, mi chiesero di aprire i loro concerti durante il loro tour. Poi sono stato in giro un po' da solo, ed alla fine mi sono rivolto alla mia nemesi storica, Sergio, per costruire prima un duo che suonasse dal vivo e poi un promo; da lì arrivano altri amici, canzoni nuove, ed un'estate chiusi nel nostro studio per trasformare quel promo in un disco."

-Come nascono i pezzi? Dai testi alla musica o viceversa? Sono composti interamente da te?
"I pezzi sono nati tutt'intorno alla musica, che è stata composta prima dei testi, principalmente alla chitarra; mi è venuto spontaneo cantarci sopra, anziché considerarli strumentali. Tra l'altro avevo un considerevole numero di fantasmi di cui liberarmi, per cui i testi hanno preso questa direzione onirica e liberatoria che non avevo nemmeno considerato all'inizio."

-Come è nata la collaborazione con l'etichetta che vi sta promuovendo il disco?
"Conosco i ragazzi di Wild Love Records da anni, producono musica dura e di qualità, con la caratteristica di stampare principalmente, quasi esclusivamente, in vinile. Non mi aspettavo che volessero produrre un disco di canzoni nude e crude, senza connessioni dirette con il cosiddetto “alternative-rock” che abitualmente producono, ma evidentemente loro sono più intelligenti di me nel credere che la musica non possiede categorizzazioni a compartimenti stagni."

-Che definizione daresti alla musica dei Gentless? Riesci ad etichettarla e soprattutto vuoi etichettarla?
"Non m'interessa cercare delle etichette, anche se è divertente sentirsi collocare un giorno nel post-qualcosa o nel folk-rock. Alla fine sono solo canzoni. Da questo punto il gap linguistico italiano-inglese la dice lunga: per gli anglofoni, sia nel caso di Duke Ellington che di Shannon Wright si tratta sempre e solo di “Tunes”, canzoni appunto."
-Preferisci la dimensione live o registrare in studio?
"Proprio perché faccio il fonico, ed insieme ad altri, mi capita spesso di registrare e produrre dischi altrui, preferisco il palco o la sala prove. Oppure preferisco lo studio. Non so, dipende dai giorni della settimana in realtà."

-Come siete messi a live? Credo che nella situazione disastrosa che c'è in Italia, e qui soprattutto, portare in giro la vostra musica non sia facile...
"In questo momento l'Italia subisce le conseguenze di anni d'ignoranza in merito a politiche culturali e siamo ad un passo dallo sfacelo: ma d'altra parte, la difficoltà di organizzare concerti fuori dal nostro orticello cittadino, è una forma di bilanciamento della grande disponibilità, soprattutto online, di progetti musicali inesistenti nella pratica del live. Quindi direi che è in atto una selezione naturale, da una parte chi è disposto a parecchi sacrifici per portare in giro la sua musica, e chi spera in x-factor o nella pubblicità sul web. Noi siamo decisamente militanti della musica dal vivo."

-Qual'è la reazione della gente che viene ad ascoltarvi?
"Di solito ascoltano con attenzione soprattutto la nuova formazione: cerchiamo di suonare il più possibile dinamicamente, cercando di fare vivere la musica di volumi e dinamiche il più possibile diverse, rispettando un equilibrio stabile tra la voce e gli altri strumenti. Alcuni mi hanno detto che nella nostra musica si leggono i panorami iblei che vedi dalla finestra del nostro studio."

-Da chitarrista/bassista quale sono, considero l'idea della chitarra baritono splendida, ma nell'album c'è quel contrabbasso davvero stupendo... non avete pensato di prendere un contrabbassista in pianta stabile? E nelle ultime uscite ho notato anche che vi esibite perlopiù in trio. quei suoni stupendi di piano elettrico non vi mancano?
"Abbiamo suonato per un po' di tempo, nella prima formazione, con il contrabbassista che ha registrato nell'album, Saro Riso, un caro amico; ma fra disponibilità limitate ed impegni diversi alla fine abbiamo optato per quella che è l'idea originale di Gentless3, ovvero l'assenza del basso, soprattutto perché dal vivo era difficile gestire agilmente due suoni così vicini. Da dicembre scorso, abbiamo cominciato a provare con Floriana Grasso (Hoovers, Big Shave e Pecora) al piano elettrico ed abbiamo già suonato dal vivo con lei un paio di volte, trovando il quarto Gentless3, se mi perdoni l'assurdità."

-Quali sono i prossimi live a cui potremo assistere?
"In Sicilia saremo in giro tutto marzo ed aprile a singhiozzi, poi partiremo per due tranches di concerti in giro per l'Italia. Per trovarci basta controllare le date su www.gentless3.com."

 -Progetti e collaborazioni nel futuro prossimo?
"Al momento stiamo valutando una serie di collaborazioni esterne per la produzione del disco nuovo e ci sono diversi nomi che girano in testa. Abbiamo suonato dal vivo con Cesare Basile un ri-arrangiamento di una sua vecchia canzone in inglese, e lo sentiamo abbastanza vicino per scelte e modalità di produzione; tra l'altro con lui e molti altri (Dimartino, Colapesce, Waines, Albanopower, Omosumo, etc. etc.) stiamo lavorando a questo progetto di federazione di artisti e musicisti siciliani, per la Sicilia, dall'evocativo nome (nonché intento) de L'Arsenale (www.larsenale.org) per cui in futuro avremo molti spunti di collaborazione con gli altri, che come noi, credono che la musica in Sicilia sia un lavoro."



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