Pineda, il presente di Moltheni


                     



di Sisco Montalto & Giulio Di Salvo - Siamo partiti dalla fine o forse meglio dire da un nuovo inizio della vita artistica, di un uomo, Umberto Giardini, conosciuto dai più come Moltheni, che in più di venti anni di carriera non è mai sceso a compromessi, che ha portato avanti sempre la sua idea e la sua musica senza i grandi clamori e le grandi platee, spesso vuote e inconsistenti, attraversando tanti anni e tanti cambiamenti nel mondo musicale italiano, rimanendone affascinato e poi schifato tanto da decidere, anche per questo, di metter fine alla storia del progetto Moltheni, una storia fatta di otto album, di tante collaborazioni importanti e di una musica minimalista che ha sempre lasciato il segno. I Pineda sono il presente di Umberto Giardini, in queste settimane stanno terminando di mixare il loro primo album. In una notte insonne Umberto ha risposto alle nostre domande:

-Allora Umberto, io partirei dalla fine: lo scorso anno lessi che Moltheni aveva deciso di chiudere bottega, ricordo che eri molto critico sulla situazione musicale odierna: mi parli un po’ della decisione di porre fine al progetto Moltheni e dei motivi che ti hanno spinto in questa direzione?
"La decisione di chiudere con il progetto Moltheni è stata dettata da una necessità assoluta e imprescindibile di togliermi di dosso quella sorta di coinvolgimento che avevo già da tempo iniziato a soffrire. Troppe responsabilità verso gli altri, ma soprattutto troppe teste che pensavano per me..non lo sopportavo più.
Poi e' anche vero che ho sempre considerato la scena musicale italiana davvero ridicola, i suoi meccanismi, i giornalisti specializzati, le riviste. Una massa di cretini allo sbaraglio che si autolegittimano di giudicare e soprattutto di conoscere la buona musica. Ero stufo, ecco."

-Parliamo allora del tuo nuovo progetto, i Pineda, e del fatto che dopo anni da solista sei ritornato alla band, per giunta come batterista, come agli esordi no?
"Si...c'e' poco da dire..avevamo voglia di fare qualcosa di serio e di diverso. Serviva qualcuno che stesse alla batteria e ci sono andato io."

-Il cambio di genere musicale a cosa è dovuto? E  la parola post-rock che significato ha per te?
"Non e' un problema che ci siamo posti più di tanto...abbiamo seguito il nostro cuoree ciò che ci andava di fare. Avremmo potuto scrivere un disco metal, o doom..o blues. La terminologia post-rock per me significa poco, serve solo a capire un certo movimento che e' esistito-non e' esistito, legato ad un periodo e ad una città in uno spazio temporale."

-Ti è capitato di citare, come influenza odierna, i Tortoise: è uno dei gruppi che ascolti maggiormente oggi? e mi sapresti dire se esiste un album del passato che ti ha cambiato la vita?
"I Tortoise sono dei musicisti straordinari, un progetto meraviglioso troppo sottovalutato c'e' chi preferisce a loro Beatrice Antolini, ho detto tutto. Poi il fatto che sia una delle migliori band al mondo e' del tutto relativo..forse superfluo.
Nessun disco mi ha mai cambiato la vita..."Bad Timing" di Jim O' Rourke però ci è andato vicino."

-A distanza di anni guardando a ritroso la tua carriera solista, come la giudichi?
"Divertente e drammatica allo stesso tempo."

-Come è cambiato per te il mondo musicale in Italia dall'86, quando iniziasti a suonare "seriamente"?
"Credo sia cambiato tantissimo, ma non mi ha mai interessato; la mia passione e' stata dedicata solo alla musica non hai suoi cambiamenti nella società e attraverso il cambiamento della stessa."

- Pensi che l'arte in generale possa ancora comunicare qualcosa di importante, scuotere gli animi, risvegliare le coscienze in qualche modo, è stato così in passato o è solo un'utopia?
"No, non l'ho mai creduto...la musica non cambierà il mondo la musica e' una delle meraviglie del mondo, tutto qua."

-Come è nato il connubio con la Tempesta, etichetta dei Tre Allegri Ragazzi Morti? E il nuovo progetto sarà prodotto ancora da loro?
"Il sodalizio con La Tempesta Dischi nacque da un semplice incontro con Enrico Molteni anni addietro durante un concerto. Parlammo 10 minuti e mi fu offerto di scrivere qualsiasi cosa..me l'avrebbero pubblicata. Capii che si trattava di una proposta poco made in Italy capii' che dovevo accettare, perchè era quello che volevo con la gente che volevo.
Debbo tutto a loro… Pineda non verrà pubblicato da loro."

-Come vedi la condizione della musica emergente, indipendente, che combatte le major, con programmi come x factor o amici?
" La musica indipendente italiana e' fatta da persone e musicisti che si lavano con la pece negli anni ho per forza di cose ho imparato a conoscere bene tutto ciò che rappresenta questa realtà condita di gelosie, di invidia e di intrallazzi tra amici di merende.
Guarda il primo maggio a Roma, provo schifo al solo pensiero..la musica indipendente non combatte le Major e se ci prova lo fa male..c'e' molta più ipocrisia negli ambienti alternativi che in ogni altro posto immaginabile i musicisti sono un po' come i politici, farebbero di tutto per il denaro e la popolarità insomma una categoria di carne rock corruttibile e prevedibile."


-Come vive un artista come te, che è attivo da anni e ha pubblicato molti album, il fatto di sentirsi etichettare come di nicchia o comunque avere poca visibilità? è una cosa che cerchi, vuoi, che ispira meglio il tuo lavoro o no?
"Non mi sono mai posto il problema a dir la verità..Moltheni e' stato un progetto di nicchia solo perchè non ha mai accettato i compromessi a differenza di molta gente sopravvalutata e spesso marcia dentro. Il denaro non ha rappresentato mai nulla per me,se non fosse stato così non avrei mai ottenuto niente e ciò che ho scritto nella mia vita non avrebbe avuto nessun valore, e nessun significato. Tutti nella scena musicale italiana sono acquistabili, Moltheni non lo era."
po per l'estate abbiamo deciso di non fare il sud, ma in futuro chissa'."

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