Peggy Sue e il Burlesque

                                                              di Erika Serravalle


Numerosi film usciti di recente (Burlesque e Tourneè), un reality show tutto italiano, decine di corsi in ogni città: il gioco eterno della seduzione femminile di questi tempi passa di nuovo per il Burlesque.
Non tutti sanno che il burlesque è nato più di un secolo fa, ma solo in questi ultimi anni è tornato prepotentemente di moda. E' un mix di humor e sensualità che in tutti questi anni ci ha accompagnati prima in vecchi teatri di posa con canzoni, numeri di ballo e tanta comicità, fino ad approdare poi, nel 2011, in televisione e nei locali italiani. Mi sono fatta raccontare da Peggy Sue, irriverente e frizzante "donna burlesque", questo mondo e quest'arte che in Italia sta prendendo sempre più piede.


-Come hai iniziato ad esibirti nel burlesque e a quali artisti del passato fai maggiormente riferimento?
"E' stato un passaggio:  dal teatro di prosa al Burlesque che è sempre una forma di teatro la quale permette a chi lo fa di dare molto  spazio alla creatività, perchè non ci sono limiti e sei tu a decidere quali personaggi interpretare! I personaggi a cui faccio riferimento invece sono le grandi star di Hollywood degli anni '50, adoro quel periodo! E le sue Pin up naturalmente!"

-Ogni artista ha un particolare nome d'arte (vedi Ginger Goldmine che fa riferimento all'indimenticabile pezzo di David Bowie "Velvet Goldmine")... il tuo da cosa nasce?
"Il mio nome nasce dal titolo di una famosissima canzone di Buddy Holly, appunto Peggy Sue."

-Cos'è la cosa che ti piace di più nelle varie esibizioni?
"Mi piace l'ironia che puoi usare nel trattare temi come l'erotismo che da troppo tempo è diventato quasi solo pornografia, mi piace il rapporto con il pubblico che è sempre giocoso e soprattutto mi piace che nel Burlesque il corpo della donna non è mai un oggetto, perchè tutto quello che fai sul palco non lo fai per mostrare il tuo corpo ma per raccontare una storia; non a caso il Burlesque è stato inventato da una donna! Niente è mai totalmente palesato, tutto è allusivo a volte anche simbolico ed è per questo che il pubblico si diverte, perchè la sua fantasia viene stuzzicata."

-Alla fine dello scorso anno abbiamo notato un certo interesse da parte dei media per il Burlesque...com'è secondo te il panorama burlesque in Italia rispetto agli altri stati?
"Purtroppo qui se ne parla tanto, ma rispetto ad altri stati dove il Burlesque è qualcosa di profondamente radicato nella cultura , non si sa bene che cos'è, c' è confusione, ci si ferma al fatto che ci si toglie i vestiti ( neanche tutti per giunta! ) c'è chi parla di strumentalizzazione del corpo femminile, ma è tutto il contrario, nel Burlesque la donna si riappropria del proprio corpo e comincia ad accettarlo così com'è con tutti i suoi difetti, è lei che usa il suo corpo come strumento per raccontare una storia in un certo modo, come fa la ballerina o l' attrice e infatti tutti questi mestieri si fanno a teatro e per farli occorre molto studio e preparazione non ci si può improvvisare, altrimenti si rischia di far vedere solo " il corpo che si spoglia", ma corpi più nudi che nel Burlesque si possono trovare sul primo cartellone pubblicitario che incontriamo."

-Parlaci di come è nata la collaborazione con il gruppo Strike Rockabilly?
"Mi hanno contattata perchè volevano proporre uno spettacolo dove la musica incontrava il Burlesque e io mi trovo molto bene  a lavorare con loro quando è possibile, perchè sono bravissimi e hanno una bella carica."

-Meglio un'esibizione al Micca Club o una durante i vari concerti? Ed è meglio un vecchio pezzo tipo "Shivas Regal - Sonny Lester & His Orchestra" o un pezzo rockabilly?
"Non c'è una cosa migliore di un' altra in assoluto, dipende sempre dalla storia che vuoi raccontare e quali mezzi ti occorrono per farlo al meglio, non mi pongo limiti: swing, rockabilly, jazz, musica classica, anche le campane tibetane vanno bene se servono e rendono l' idea!"

-Per te il burlesque è uno stile di vita o solo un'esibizione? E come credi che quest'arte sia a "favore" del mondo femminile? Ti chiedo questo perchè molti criticano il burlesque e l'esibizionismo del corpo femminile che ne consegue… tu che ne pensi?
"Ti cito una frase  di un romanzo di Heinrich Boll, "Opinioni di un clown" che dice: "Clown è essere noi" , proprio questo per me è il Burlesque : Essere me quindi Essere noi, per questo non sono d' accordo quando si dice che nel Burlesque si strumentalizza il corpo femminile, perchè sul palco non c' è solo il mio corpo, ci sono io con i miei pensieri, le mie fantasie il mio amore per quello che faccio: teatro.  Esibizionismo del corpo femminile : è curioso! Prima si esibiscono i costumi, le coreografie le storie poi ci si scopre è vero... ho capito ! chi dice questo arriva sempre sul finale! Forse parlerei di esibizionismo e basta ma come può essere esibizionista un attore, un ballerino, qualsiasi artista o intrattenitore che si esibisce davanti a un  pubblico e per un pubblico! E il Boylesque? E' esibizionismo del corpo femminile anche quello? Insomma quando affermano questo è come uscire con un uomo che per tutto il tempo ti guarda il seno e non ascolta quello che dici e tu pensi " ma ho anche degli occhi molto belli perchè non gli interessano? ". Forse il problema è il suo perchè non tutti ti guardano solo il seno!"

-Che rapporto hai con i tuoi costumi? li credi una parte importante dello spettacolo?
"Mi piace disegnarli, (uno dei mestieri che avrei voluto fare intorno ai dieci anni era la stilista), mi piace ricercare gli stili, le stoffe, è una parte molto bella del mio lavoro e credo che il costume sia il 50% di uno show, se entri con un costume adeguato il pubblico ne è subito catturato!"

-Il tuo abbigliamento a cosa si ispira?
"Si ispira ai costumi del cinema e del teatro del passato con una lieve predilezione per gli anni '50 ovviamente!"

-Cosa insegnate alle donne nei vari workshop itineranti?
"Io insegno in workshop itineranti, sia al Micca che altrove e la cosa fondamentale che cerco di insegnare è " lasciarsi andare al gioco " dico sempre che dobbiamo ritagliarci degli spazi in cui torniamo bambine e cerchiamo di dimenticarci di tutti gli stress quotidiani che ci irrigidiscono il corpo, cerco di insegnare a divertirsi, in questo dobbiamo imparare dagli uomini, loro hanno i loro momenti di totale svago, di gioco appunto, che può essere la partita a calcetto con gli amici, la donna no, può andare dall' estetista che va benissimo, ma molte mi raccontano che non riescono a smettere di pensare a quello che devono fare neanche durante un massaggio, allora dobbiamo immergerci in qualcosa che ci diverte come quando giocavamo da bambine.  La  pin up, per me è proprio questo: una bambina cresciuta che gioca a fare la donna con allegria."


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