"Interface": il primo album dei THE MORNING LIGHT project

di Salvatore La Cognata


Non si esce vivi dagli anni ‘80, questa citazione mi viene spesso in mente in questi ultimi mesi. E' un periodo in cui il suddetto decennio in un modo o nell'altro, casualmente, per vie traverse, si manifesta prepotentemente sotto forma di canzoni, film, flashback....
A confermare queste strane coincidenze ecco presentarsi a me THE MORNING LIGHT project, tre ragazzi messinesi (Augusto Ielo, Angelo Cincotta, Francesco Algeri), che esordiscono col loro primo lavoro sulla lunga distanza intitolato “INTERFACE”.
Come dicevo in precedenza, il decennio eighties è protagonista assoluto, almeno ad un primo ascolto superficiale, dal synth pop, al dark, al post punk, al manchester sound. Questa attitudine, i suoni, le ispirazioni, vengono metabolizzate dal trio con buon gusto e uno spiccato senso melodico, senza fare il verso ai mostri sacri del periodo e senza risultare banali o stucchevoli, ma lasciandosi tentare anche da influenze attuali soprattutto nei momenti più elettrici, ed è questa secondo me la marcia in piu' dei TMLP .
La title track mette in bella mostra chitarre shoegaze e un’andatura un po' alla Bloc Party. SLICER, il brano d'apertura, ha un’ ossatura elettronica ed una voce molto british, sembra di stare a cena con gli Stone Roses e i New Order che mettono sù il vinile di "A broken frame".
THE SHARK AND THE PUPPETS è un brano quasi dance con voce filtrata e un groove che profuma di Chemical Brothers.
La riflessiva KILLED IN SPAIN è una ballata digitale ombrosa con un'esplosione elettrica nel finale; la successiva SCARS sembra un omaggio ai Joy Division di She's Lost Control; la melodica e accattivante UNDER MY RED CARPET si lascia ancora una volta coinvolgere da ritmiche dance e chitarre elettriche figlie del post punk. THE TIME MACHINE tira un po' i remi in barca in attesa del finale; è uno strumentale permeato di elettronica con il pianoforte a dipingere colori un po' malinconici.
La scaletta si chiude con BAD START, sognante e onirica, con una coda elettrica che ricorda un po' i Mogwai e ci trascina verso il finale lasciandoci in bocca un buon sapore.
Qualche piccola limatina qua e là e un’ attenzione maggiore al songwriting potrebbero far crescere ancora di piu' l'attenzione verso questo trio messinese che comunque si trova già sui binari giusti per deliziare ancora le nostre orecchie, ancora piacevolmente in bilico tra passato e presente.


Questi i link per conoscerli meglio:
http://themorninglightproject.com/
THE MORNUNG LIGHT Project su Facebook
Per ascoltare/scaricare "Interface"
http://www.myspace.com/morninglightproject


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