JudA e.... "Malelieve"

di Sisco Montalto


"Un impatto live difficilmente eguagliabile oggi in Italia”. Così si leggeva su "La Sicilia" dopo un live a "La Cartiera" di Catania della band milanese...e non è assolutamente un'esagerazione, aggiungo io! Questa è davvero una band che lascia il segno. Nei judA si sente tutta l'energia di un gruppo nato nella periferia di Milano, dove non ti rimane spesso che la musica per alienarti ed uscire da un contesto senza molte alternative. Il resto? Le etichette, le catalogazioni, poco importano perchè quando una band riesce bene a mixare rock, melodia, testi, ha davvero una marcia in più...Ho parlato con loro, dell'ultimo album "Malelieve" e non solo....


- Ragazzi ci parlate del progetto judA per chi non lo conoscesse… 
"Ci piace definire la band come un “power-trio” che unisce sonorità post rock e psichedeliche a testi del cantautorato italiano. E’ un progetto nato nel 2003 in un garage e lì è rimasto (senza mettere mai la testa fuori) sino al 2007. Ci piaceva passare serate chiusi in un garage a improvvisare per ore e ore. Invitavamo amici ad ascoltare e a passare tempo con noi.  Avevamo il timore che si sarebbero rotti le palle tutti e invece ascoltavano e ballavano… sembrava di stare ad uno di quei live concert psichedelici degli anni ’60 ma con degli imponenti muri sonori."

-..e da lì siete "partiti".. 
"Si da quel punto in poi abbiamo cominciato a razionalizzare tutte le idee e le improvvisazioni in sala prove e ne abbiamo tirati fuori 10 pezzi che abbiamo inserito nel primo lavoro, totalmente autoprodotto, “RESPIRI E SOSPIRI”. Quello possiamo segnarlo come l’inizio di molte cose… abbiamo fatto un primo tour in giro per l’Italia da Catania a Brunico e abbiamo cominciato a leggere delle prime recensioni che porgevano l’orecchio, anche da fuori Italia. Questo perché abbiamo chiesto a fotografi “d'oltreoceano” di prestarci le loro foto per farne la copertina dell’album (cosa che abbiamo fatto sia per “RESPIRI E SOSPIRI” che per “MALELIEVE”). Così comincia a girare il nostro cd anche in Giappone e Stati Uniti."


-..da queste coincidenze esce fuori ad esempio l'articolo sul New York Post di Mike Edison...
"Ehh...leggere di Mike Edison che scrive di te (band neonata e sconosciuta) sul NY POST avvicinandoti a nomi di mostri sacri ci colpì parecchio… soprattutto perché qui in Italia molti storcevano il naso (e tuttora lo fanno). In un sito americano (MINERVA) che produceva una fanzine ci inserirono tra band come Mudhoney e L7… francamente ci sembrava tutto un po’ irreale, soprattutto poi vivendo il riscontro datoci nel nostro paese in cui i pochi ascoltatori apprezzavano e gli addetti ai lavori ci snobbavano."

-Qual è la vera essenza dei JudA? 
"L’essenza della band è l’improvvisazione. Le sensazioni, le emozioni, gli stati d’animo raccolti e buttati lì. Poi ripresi, arrangiati e ordinati. La melodia poi è una cosa che ci viene tanto naturale quanto improvvisare. Fa parte della nostra spontanea fase creativa. Ci piace costruire dinamiche sonore, talvolta molto semplici basate su pochi accordi, su melodie che si rivelano quasi sempre malinconiche."

-Ultimo album "Malelieve" uscito nel 2010: un album tosto, vero rock, con venature melodiche..
"Rispetto al primo, Malelieve è molto più elaborato. Non ha fatto perdere le caratteristiche principali della band ma anzi, ha permesso un’evoluzione verso canzoni molto più elaborate per dinamica e arrangiamenti. Siamo un trio perciò non è facile proporre pezzi senza cadere nelle ripetizioni e l’arrangiamento in questo ti aiuta, eppure abbiamo deciso di far uso di sovraincisioni e loop elettronici con molta parsimonia in modo da non rendere distante l’esecuzione live dall’album. In questo abilissimi ad aiutarci sono stati il cantautore STEAD (al piano in TREMA), Paolo Fusini degli SPREAD (chitarra in LAME DI SABBIA) e XABIER
IRIONDO (Taisho Koto in INVASA DA UMORI A DISTANZA). Il fatto poi di aver preso un periodo molto lungo (1 anno e mezzo senza esibizioni live) da dedicare interamente alla realizzazione dell’album ci ha permesso di concentrarci maggiormente e di realizzare quello che da molti addetti ai lavori è stato giudicato uno degli album più belli e originali degli ultimi anni.

 -Da cosa è ispirato questo album? 
“Malelieve” ha tratto ispirazione da stati d’animo che ci siamo trovati a condividere durante la fase creativa. Prima di essere 3 membri di una band siamo molto amici e molto uniti.
Il fattore umano è stata la scintilla che ha disegnato il filo conduttore dell’album. Il sentirsi lontani; senza risposte di fronte alle richieste di motivi per vivere; disarmati di fronte alla superficialità dilagante dei rapporti personali; desiderosi di rivendicare il proprio “io” come “essere speciale” in mezzo agli altri in una società dove conta l’individualismo dell’essere “primo e vincente”; il sentirsi “alieni” persino ai propri istinti sessuali e alla comunicazione; il rendersi conto che “diversità” è un concetto che adoperiamo nel momento in cui la nostra individualità, i nostri limiti, le nostre paure e i nostri lati caratteriali ci portano ad alzare muri e maschere creando divisioni, e che l’utopia di riuscire ad abbattere quei muri si nutre del nostro coraggio."

-Come vi rapportate, con questa nuova dimensione fatta di internet, download, virtualismo e non meritocrazia nella musica italiana?
"Delusioni, senso di alienazione, senso di non appartenenza a questo “sistema musicale italiano” basato non su scale meritocratiche, bensì sulle conoscenze, le finte strette di mano gli aperitivi, i finti sorrisi e le amicizie virtuali su facebook e myspace. Cose che con la musica, non hanno nulla da spartire. Eppure, come in tutti gli altri ambiti in Italia, il “presenzialismo” nei “locali che contano”, il farsi vedere sempre e comunque, l’interagire con il “mainstream” sembra essere ancora ciò che conta di più. La carta principale. Per questo ci ritroviamo poca rotazione e sempre gli stessi gruppi che suonano negli stessi eventi. Per questo rimarremo sempre indietro rispetto alla musica che viene da fuori, perché spesso quando ti trovi davanti a qualcosa di nuovo lo scarti per ascoltare qualcosa che hai già digerito anni prima, così sai che la musica che fanno oggi nel resto del mondo, in Italia sarà suonata da qualche band tra 10 anni e funzionerà e di esempi ce ne sono a iosa… dai The Libertines ai Jesus Lizard, dagli Shellac ai Sonic Youth."

 -Ho letto come vostre influenze i Tool tra gli altri: cosa vi piace di loro? 
"Non sappiamo se parlare di “influenze” sia corretto. Sicuramente quello che ascoltiamo e che abbiamo ascoltato forma il nostro gusto musicale, ed i Tool rientrato tra questi, insieme a Mogwai, Soundgarden, Motorpsycho per citarne solo alcuni. I Tool hanno in particolare un dono che è quello di unire melodie delicatissime ad un rock con influenze metal e psychedelic. Sono dei mostri di tecnica eppure a differenza di tanti altri gruppi non la ostentano mai, ma la mettono al servizio della “canzone”. Molte scelte stilistiche le abbiamo fatte prendendo come spunto idee di band di primissimo piano nel panorama underground (che in Italia è talvolta più interessante di ciò che propone “l’emerso”). Spunti elettronici li abbiamo presi dai SENSE OF AKASHA, melodici da PSYCHOVOX e COMANECI per esempio. Poi l’attitudine all’indipendenza e al genuino “spaccarsi il culo” sul palco ci viene da mostri sacri quali DINOSAUR JR. e NIRVANA su tutti."

- Ascoltandovi mi sono venute in mente anche band italiane come i primi Marlene Kuntz piuttosto che gli Afterhours, a tratti: li avete ascoltati e sono tra i vostri gruppi di riferimento? 
"Diciamo che 2/3 della band considera i primi 5 album dei MARLENE KUNTZ come capisaldi  della musica rock italiana. Sicuramente ci troviamo più vicini a loro che agli AFTERHOURS seppur riconosciamo ai nostri “concittadini” il grandissimo merito di aver aperto, negli anni 90, autostrade per la musica. Li dove non c’era nulla loro hanno creato spazi, musica di altissimo livello e sono stati tra i pochi a fare qualcosa per cambiare le cose prima di accorgersi forse che in Italia o prima formi la cultura della gente o dovrai sempre scontrarti con i dinosauri. "

 -Cosa pensate della scena rock italiana di questi ultimi anni? 
"Crediamo che le band sopra citate siano tra i portatori sani della buona musica indipendente. Le nostre percezioni sono contrastanti e non chiare a noi stessi. Forse c’è una generazione nuova che ha più voglia di musica della precedente, ma è una generazione, in maggioranza, che spesso si fa condizionare più dalla “comunicazione” che arriva dagli uffici stampa che dai contenuti delle band che questi propongono. C’è uno squilibrio laddove a decidere cosa “valga” e cosa no siano pochissimi canali (spesso non preparati) ma con un forte ufficio stampa alle spalle. Troviamo la scena rock indipendente, nella maggior parte dei casi, più interessante di quella “emersa” e ti da tantissimo in termini di soddisfazioni artistiche perché sei tu, musicista armato solo di strumento, che vieni scelto da un pubblico che ti cerca, che ti conosce tramite il passa parola o tramite il download gratuito del tuo album (che altro non è che il passaggio da una mano all’altra di una musicassetta) e questo ti permette di stringere legami, interagire, non essere filtrato da uffici stampa o da stronzate che spesso ti trasformano in una smorfia di rockstar “della bassa brianza” o “de noiartri”.

-Progetti imminenti? 
"Nel 2009 anziché firmare per un’etichetta che ci avrebbe garantito una distribuzione, un booking ed un management, abbiamo scelto di rimanere indipendenti e di firmare per IL VERSO DEL CINGHIALE RECORDS, che meglio sposava la nostra linea artistica. Sapevamo che la scelta avrebbe comportato sacrifici ed un lavoro che avremmo dovuto affrontare da soli contro quel sistema descritto sopra, di cui o ne fai parte o ne vieni tenuto a distanza.
Su questi presupposti è nato “Malelieve” ed il risultato è stato, per noi, sconvolgente. Malelieve ha ricevuto una quarantina di recensioni, tra il buono e l’eccellente, da tutte le maggiori webzine e dalle maggiori riviste di settore. Abbiamo suonato ovunque in Italia permettendoci anche un tour insieme ai nostri amici Sense of Akasha dall’ Austria a Potenza. Abbiamo sentito il pubblico cantare le nostre canzoni a squarcia gola fino a coprire la nostra musica. Abbiamo distrutto palchi persino fuori dall’ Italia insieme a chi, in Inglese e in Tedesco, ci diceva che l’Italiano è una lingua meravigliosa. 36 date in 15 mesi, da Graz a Catania.
Tutto questo ci è costato lavoro e un impegno che ci ha spremuto e stremato, perché ogni nostro spazio vitale pubblico e privato è stato assorbito dalla nostra passione. Tutti e tre lavoriamo, abbiamo le nostre esigenze e stili di vita e il carico tra “passione” e “lavoro” è stato eccessivo.
Questo è un momento in cui ci stacchiamo e non pensiamo al futuro. Ci penseremo più avanti, quando ritroveremo l’energia per proporre un nuovo progetto che sia di una qualità superiore a quella di MALELIEVE e che ci renda coerenti nei confronti di quel pubblico che sentiamo di esserci conquistato con ciò che sentiamo più genuino e spontaneo fare, senza dover a tutti i costi “farsi vedere”: chiudersi in un garage a improvvisare, e invitare qualche amico a svarionare un po’, perchè judA ama e brucia… sempre."





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