“Mornaite Muntide”, il nuovo album degli UNMADE BED!

di Sisco Montalto





Sono rimasto realmente sorpreso quando Valeria della Seahorse Records mi ha proposto gli Unmade Bed...ho subito pensato che i Pink Floyd si fossero reincarnati in questi tre ragazzi di Firenze. Psichedelia visionaria al cento per cento, momenti claustrofobici, cinque brani legati da lunghi minuti di suspance che ti catapultano in una spirale nella quale le sfaccettature del suono diventano padroni e sorprendono di continuo; il tempo si ferma, si mescola, diventa gommoso e fluido, mentre vieni trascinato da un set all'altro, creato ad arte...tutto questo e molto altro ancora è “Mornaite Muntide”, ultimo album degli Unmade Bed...

Ho parlato con loro:

- Mi parlate del vostro progetto?
  (Lorenzo) Il progetto in origine nasce nel 2004 col nome “My best friend’s birthday”. Volevo iniziare a comporre qualcosa, suonare quello che mi piaceva, dunque dalla batteria passai alla chitarra con l’intento di suonare shoegaze pop alla My Bloody Valentine. Le cose hanno cominciato a cambiare nel 2007 con l’ingresso di Vincenzo, li abbiamo iniziato a chiamarci Unmade Bed.
  (Vincenzo) Sì, da lì si sono delineate strade, soprattutto concettuali, sempre maggiormente definite e - peraltro con una certa rapidità - le nostre coordinate musicali sono andate evolvendosi dallo shoegaze pop a territori davvero molto variegati. Nel 2009 abbiamo firmato per la Seahorse Recordings e dato alle stampe il nostro primo disco - “Loom” - con un tour di supporto abbastanza consistente. Successivamente al tour, 2/4 di quella formazione (ovvero Tommaso Tombelli al basso e Claudio Gattini alla batteria) hanno lasciato il progetto ed è subentrato Matteo Magrini, inizialmente come bassista. In seguito ci siamo resi conto delle potenzialità di una formazione a trio e abbiamo deciso di rimanere con questo assetto rendendoci tutti flessibili su più strumenti: è con questa “configurazione” che abbiamo iniziato a lavorare a “Mornaite Muntide” ch'è, poi, uscito ad Aprile di quest'anno per Red Birds Records.

-Fare musica come la vostra è da coraggiosi , di questi tempi e da queste parti  eppure siete stati accolti dalla critica in maniera positiva: vuol dire che non è tutto perso in questo  paese?
  (Vincenzo) Non ritengo sia tanto una questione di “coraggio” quanto di “sincerità espressiva”: quella di superare certi stilemi e certi clichè è una necessità che di certo non avvertiamo solo noi ed una conseguenza inevitabile di talune ricerche e di determinati passi. Per il resto, io credo questo Paese sia estremamente migliore di quanto la propria staticità ed il proprio narcisismo non diano a vedere, in questo senso di “perduto” v'è molto e non v'è nulla, ma l'urgenza di “risveglio” è sempre più grave sebbene sia anche, devo dire, sempre più sentita.
  (Lorenzo) Non saprei. Ma tutto sommato ho sempre creduto che fare un proprio percorso, di ricerca, di costruzione, sul lungo periodo paghi. Magari poi non sarà cosi, ma in ogni caso è l’unica strada che penso abbia davvero un senso.

-Raccontatemi questo nuovo album...
  (Lorenzo) È una storia, anzi il capitolo di una lunga storia che non so se compiremo mai. Si svolge in una sorta di “Mondo della notte eterna” dove l’unica luce è un perpetuo crepuscolo. I vari pezzi sono vari personaggi che vi si muovono.

-Critiche del settore positive ma il pubblico come vi accoglie nei live?
  (Lorenzo) Mah, tutto sommato meglio del previsto. Sicuramente non è facile arrivare a chi ci ascolta dal vivo, soprattutto se non ci ha mai ascoltati prima. Ma quelle persone che hanno recepito ci hanno reso molto felici.
  (Vincenzo) Le reazioni sono sempre molto singolari e gratificanti: ci abbatteremmo facilmente se scorgessimo disinteresse o sentissimo vociare troppo, giù dal palco, ma fortunatamente chi viene a vederci rimane interdetto e calamitato: questo ci rende davvero molto felici!

-I Pink Floyd sono sicuramente tra i vostri punti di riferimento: oltre loro?
  (Lorenzo) Tanti. La verità è che sinceramente non abbiamo influenze dirette. Io ti potrei citare fra gli altri gli Slint o i My Bloody Valentine. Ma la verità è che cerco di carpire qualcosa da qualunque disco mi abbia davvero detto qualcosa. Infatti, non se ne sente neanche l’ombra, ma ti potrei tranquillamente dire che fra i miei punti di riferimento ci sono gruppi come Husker Du o Big Black, sicuramente ascoltati e assorbiti nel periodo in cui lavoravamo a questo disco.
  (Vincenzo) Ritengo sia superfluo e fuorviante stare ad elaborare elenchi di artisti che ci piacciono o che ci hanno influenzati: certo i Pink Floyd sono stati importantissimi per noi, ma siamo tre voracissimi ascoltatori e troppi stimoli passano per le nostre orecchie perchè se ne possano individuare di precisi, sia in tema di richiami musicali, sia a livello compositivo. Soprattutto per questo disco, poi, credo davvero le maggiori influenze vadano cercate paradossalmente in ambiti non direttamente connessi con la musica come le arti visive e la letteratura.

-Immagino ci sarà un tour di supporto al nuovo album...
  (Vincenzo) Il tour vero e proprio partirà a Settembre e sta essendo programmato, ma abbiamo già fatto alcune date di “preview” a Udine e Andria e il 7 Giugno abbiamo presentato il disco nella nostra “culla”, Firenze; credo tra Giugno, Luglio e Agosto altre date sparse verranno fuori.

Gli Unmade Bed sono: Lorenzo Gambacorta, voce, batteria, elettronica; Vincenzo Zingaro chitarre, Farfisa, elettronica; Matteo Magrini al basso, elettronica e Gem Rodeo.







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