BUD SPENCER BLUES EXPLOSION, il blues sporco di casa nostra!

                                                       di Giulio Di Salvo & Sisco Montalto


Bud Spencer Blues Explosion (Adriano Viterbini - voce, chitarra e strumenti vari, Cesare Petulicchio - batteria e cori), band attiva dal 2007, è a nostro avviso uno dei migliori progetti presenti oggi in Italia. Una di quelle band da live, che sul palco esprimono al meglio la loro attitudine al rock-blues, quello vero, quello sporco, quello senza sfumature...E' uscito il loro terzo album, un ep live registrato a casa, nella loro Roma, al Circolo degli Aartisti e, in attesa dell'imminente uscita del quarto lavoro in studio, abbiamo colto l'occasione per fare quattro chiacchere con Cesare...

- Come siete riusciti ad arrivare a così tanta gente con questo tipo di formazione così insolita in Italia? Non sarà stato subito facile farsi apprezzare dal piccolo pubblico dei locali della provincia romana o sbaglio?
"In realtà è sempre stato un esperimento. Vedere la reazione della gente a fine concerto è molto importante per capire come andare avanti, e più è stupita per quello che ha appena sentito, meglio è! Abbiamo sempre cercato di fare più concerti possibili, all'inizio anche rimettendoci. Riuscire ora a "campare" della nostra musica lo dobbiamo proprio a quelle centinaia di date fatte nei localini sparsi in tutta Italia. Del resto la forza della scena alternativa italiana sta proprio nel passaparola: la gavetta è molto più lunga ma le soddisfazioni sono molte di più!"


- A tal proposito mi racconti la vostra esperienza americana? Come siete arrivati a suonare a NY e Seattle? Cosa c'è di diverso nella loro mentalità rispetto alla nostra (musicalmente parlando, sennò non basterebbero 10 pagine…)? E di vero grunge, che è uno dei vostri riferimenti musicali, ce n’è ancora da quelle parti?
"Il mini tour in america è nato grazie a un nostro amico Adonay che ci ha organizzato le date tramite myspace, che hai tempi andava forte. Suonare lì è molto diverso. La cosa che mi è rimasta più impressa è che il pubblico, non necessariamente fatto di addetti al settore come in Italia, è molto più colto e pronto a tutto. Ti ritrovi la sera a suonare con gruppi che vanno dall'hardcore al folk e tutti lì attenti ad ascoltarli e apprezzarli. Riguardo Seattle non mi pare sia tanto cambiata dagli anni '90. C'è ancora chi di lavoro attacca le locandine sui pali di legno della luce con la sparachiodi! Forse non si suona più tanto grunge (penso che per loro sia morto nel '94) ma la scena è più orientata verso un folk psichedelico..bho.."


- Quanto è stato importante per voi il web nella diffusione e promozione della vostra musica? Cosa consiglieresti a una band emergente per farsi notare?
"Il web è sempre stato fondamentale. Noi siamo nati come band contemporaneamente a myspace, che devo dire è stata davvero una rivoluzione per la musica indipendente. Anche dal punto di vista dei videoclip è tutto cambiato, si fanno più per youtube che per mtv. Ma non conta solo il web, la cosa più importante rimane sempre e solo il palco. Fare più concerti possibili è la cosa più importante come del resto registrare in continuazione materiale per capire in che direzione andare e quindi riescire a trovare uno stile proprio." 


- Spesso vi si dice che "sembrate più numerosi sul palco"... L'uso dell'octaver da parte di Adriano aiuta molto a coprire quelle frequenze che per forza di cose mancano; ma dal tuo punto di vista, quali sono gli accorgimenti che conferiscono al tuo suono quella forza e quella presenza che possiamo apprezzare durante i live e negli album, senza contare naturalmente il tuo tocco?
"Grazie per la domanda/complimento! Personalmente sono alla ricerca continua del suono perfetto. Lo faccio comprando in continuazione strumenti e sinceramente non ne sono mai soddisfatto al 100%. Ma meglio così! Nell'esecuzione do molta importanza al groove e all'uso della cassa, che non essendoci il basso ha un ruolo fondamentale nei Bud assieme all'octaver di Adriano che hai appena citato. Per il resto cerco di stare dietro ad Adriano che il più delle volte va più a tempo di me!"


- Come è stato accolto “Fuoco Lento”? Cosa c’è di speciale per te in questo nuovo album? Per me il sound e l’istintività che emerge dalle vostre esibizioni….
"Da "Fuoco Lento" non avevamo particolari aspettative. E' stato solo un ep che voleva chiudere un periodo di oltre 100 date e aprirne un altro. Abbiamo registrato delle cover che essendo nate nel corso nel tour i sembrava giusto registrarle live. Fondamentalmente è come se fosse un bootleg registrato bene. Capitolo chiuso per noi, ora siamo solo concentrati nella chiusura nel nuovo disco."


- A parte la derivazione del nome, il grande Jon Spencer e i suoi progetti fanno parte delle vostre influenze?
"Certamente. La manipolazione del blues delle origini è una cosa che ci accomuna (nel nostro piccolo naturalmente)."


- Quanto credi sia importante il cantato in italiano nella vostra musica? Non renderebbe di più se i testi fossero in inglese? 
"Abbiamo sempre voluto esprimerci nella nostra lingua.. ci sembrava naturale farlo. In realtà in seguito ci siamo accorti che è stata la scelta giusta, sia perchè arrivi in modo più diretto alla gente, sia perchè hai meno concorrenza e sia perchè il nostro inglese lascia a desiderare!"


- A proposito della domanda precedente, il modo in cui nasce il vostro duo e l’approccio molto genuino sul palco, e molto disponibile fuori dal palco, è sintomo del fatto che suonate per divertimento e per passione prima di tutto: ma quanto c’è di “pensato” nella scelta di alcune soluzioni (mi riferisco ad esempio ad alcune ballate acustiche o testi molto commerciali…)? E quanto siete “interessati” al mercato estero? 
"Tutto quello che abbiamo fatto e continuiamo a fare è assolutamente spontaneo. Dal nome, alla cover dei chemical (per molti paracula) ai pezzi più commerciali.. Noi siamo anche grandi ascoltatori di musica pop.. anche i Beatles e gli Stones erano pop e commerciali! 
Il mercato estero ci interessa e come!! ma è molto difficile vendere dischi in italiano fuori dall'Italia.. Uno dei nostri traguardi attuali è organizzare un tour in Europa... vedremo!"


- Spesso per un musicista girare dei videoclip può essere imbarazzante e frustrante…è stato così per te? Come ti trovi davanti alla cinepresa, a dover fare magari un tipo di lavoro che non è propriamente il tuo?
"Per me lo è e come!!! La camera, che sia foto o video, mi imbarazza! ma tutto ha dei pro e dei contro... e visti i pro, lo faccio volentieri!"


- So che fra le maggiori influenze di Adriano c’è il blues e naturalmente, come per il 99% dei chitarristi, il grande Hendrix. Ma so anche che Jimi è fra i tuoi beniamini: cosa ti attira maggiormente di lui nonostante tu sia un batterista? Quali sono i tuoi maggiori riferimenti invece per quanto riguarda i batteristi?
"A 11 o 12 anni vidi in cassetta il live di Woodstock di Hendrix, e da lì la mia vita è cambiata! Suonavo già la batteria ma vedere come Mitch Mitchell seguiva Jimi nei suoi soli deliranti è stato davvero un cambiamento di concezione dello strumento! Lo stesso vale per Keith Moon con Townshend o Ginger Baker con Clapton.. Mah, forse in realtà la chitarra è il mio strumento preferito! 
Anche attualmente ci sono evoluzioni secondo me di quel modo di suonare, ad esempio adoro il modo di combinarsi tra Thomas Pridgen e Omar Rodriguez Lopez (il fatto che sia andato via dai Mars Volta è stato terribile per me!) o il super groove di Steve Jordan con John Mayer.. Ma potrei scrivere per pagine e pagine..."


- Cosa ascolti oggi? C’è un gruppo nuovo che ti emoziona particolarmente?
"Ultimamente più che altro riscopro vecchie emozioni ascoltando i Pantera. Tra gli ultimi dischi che ho comprato mi sono piaciuti particolarmente "Gloss Drop" dei Battles (il batterista John Stanier è un altro dei miei riferimenti dai tempi degli Helmet) e "Sparks" di Alain Johannes, disco acustico incredibilmente triste e bello!"

- Anche se credo che il duo difficilmente vi stancherà, dato che avete comunque dei progetti e collaborazioni paralleli, avete mai pensato di allargare la band con l’ingresso di altri musicisti?
"No! Ci piace però collaborare con altri artisti.. tipo nel disco nuovo. Ma non anticipo niente."


- A cosa stai lavorando attualmente?
"Ora stiamo ultimando il lunghisimo tour estivo e contemporaneamente il disco nuovo che si intitolerà "Do it" e uscirà a novembre.. poi nuovo tour invernale per i club."


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