Trioclit, tra orgasmiche improvvisazioni

di Sisco Montalto


"Da una manciata di costole" dei Diane And The Shell i Trioclit (Emanuele Venezia - chitarra, tastiere, voci; Giuseppe Schillaci - basso, tastiere, voci; Alex Munzone - batteria, percussioni), prendono forma e tra un'improvvisazione e l'altra, tra il jazz e il rock, il noise e il punk e l'immancabile indie, il trio calca i palchi portando sempre una ventata di novità, montando e smontando convenzioni...

- Un accenno al progetto per chi non lo conoscesse..
"Peppe: Trioclit un progetto che nasce da una costola dei Diane and the shell per essere più liberi dai vincoli geometrici dei Diane e dalle aspettative sonore imposte dall'alto. Trioclit parte dall'humus lercio di uno scantinato, dalle frustrazioni quotidiane per mettere in musica la rabbia e l'energia che basso chitarra batteria e delle tastierine anni '80 possono esprimere. Trioclit è un progetto di menefreghismo musicale provocatorio e azzardato. Marciremo all'inferno per questo ma quando cadremo ci porteremo tanta gente che meritava di andarci prima di noi. Se avete qualche suggerimento o odiate qualcuno in particolare basta farci sapere.
Trioclit perchè in 3 e perchè il nostro dio si chiama clitoride."

-Dite nel vostro space che siete come un antisettico che disinfetta dalla piaghe degli "indie-rockers": mi spiegate questa definizione..
"Peppe: Ci siamo rotti il cazzo della musica di merda costruita ad arte (per non parlare di quell'indie rock sanremese che in realtà caraterriza tutta la scena musicale finto-indipendente italiana) e spacciata per sperimentale per gli alternativi di provincia italiani ignoranti e saputelli. Noi saccenti sboroni menefreghisti invece relativizziamo tutto per dire "facciamo frastuono facciamo baccano e torniamo a divertirci che delle pose ci siamo rotti il cazzo". Basta con i jeans stretti alle caviglie basta con gli stivalettini rock'n'roll inglesi, basta! meno pose, più musica! Scusate se non ci frega nulla del resto, noi siamo per suonare, suonare, suonare!!!!"

-Non avete mai avvertito l'esigenza di scrivere anche dei testi che si accompagnino alla vostra musica?
"Peppe: Dipende. Infatti un amico (Seby) ci ha aiutato nel primo disco con dei testi improvvisati e urlati. Quando ne sentiremo il bisogno allora diremo qualcosa con la nostra voce del cazzo... per ora la diciamo coi suoni. Quando abbiamo un esigenza musicale comunque proviamo a soddisfarla..."

-Credete che si possa comunicare solo con la musica?
"Emanuele: Se pensassimo di non poter comunicare probabilmente non suoneremmo."

-Mi parlate del disco, da cosa è stato ispirato, come è nato...come lo definireste: un disco...?
"Emanuele: il disco è nato ed è stato ispirato da una bolla lercia e nevrotica, non era sicuramente un buon periodo per svariati motivi e serviva sfogare il malcontento...dato che non siamo persone violente (almeno fin'ora), il pugno sul muso l'abbiamo dato a suon di suoni! Poi una volta in sala, il nervosismo è diventato follia, e la follia è cosa buona e giusta. Lo definirei comunque un disco al tritolo!"

-Nei vostri lavori si avverte quella componente ironica (dai titoli dei pezzi) direi anche ribelle...vi ritrovate in questi termini?
"Manuele: ma ci hai visti in faccia? "

-Cosa hanno in comune e di diverso i Diane and the shell e Trioclit?
"Emanuele: L'attitudine. Da un lato una voglia di giocare coi ritmi, dall'altro una voglia di esorcizzare e svuotare il subconscio."

- Portare in giro musica strumentale che esce dai canoni classici è facile o difficile?
"Peppe: E' sempre stato parecchio difficile, però con una formazione o con un'altra in periodi diversi è stato possibile farlo. Oggi le difficoltà ci sembrano molto più insormontabili."

-Progetti imminenti?
"Peppe: Fondare qualcosa di simile ad AlQaeda a livello musicale per far capire alla gente che ascolta robe alà Vasco Brondi che ciò è un insulto all'intelligenza umana e sono in programma ad agosto le sessions di registrazione da cui estrapoleremo un nuovo album di Trioclit. Grazie per averci dato voce."




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