di Claudio "Spleen" Purrometo

Scopro “Nozze Chimiche”. 23 minuti in quattro tracce. Quattro episodi. O meglio. Tre episodi e un epilogo inaspettato. Si passa dal country al kraut-rock. Dalla psichedelia nella sua forma migliore al free-jazz. Dallo space-rock al garage. Come se gli Squadra Omega avessero riassunto in quattro tracce quello che i Motorpsycho hanno fatto in almeno cinque o sei album. Riecheggiano nomi come Faust. Neu!. Sun Ra. Old Time Relijun. Pink Floyd e, perché no, i Madrugada. Questo, come al solito, per placare la vostra eventuale sete di nomi e riferimenti. O per darvi un’idea di come potrebbe essere. E non sarà mai come ve lo immaginate.
Questo disco è qualcosa che va oltre. Avvicinarsi alla musica degli Squadra Omega. Ascoltare “Nozze Chimiche”. Diventa quasi un’esperienza. Qualcosa di mistico. A cui avvicinarsi con la curiosità (di cui sopra) e la spiritualità di cui è degna.
Come addentrarsi in una foresta. E ritrovarsi a strisciare lungo sabbie desertiche. È sbattere la testa contro un fermo immagine. Urlando al tuo caos mentre prende forma davanti ai tuoi occhi. È un rito da consumare in religioso silenzio. Di notte buia. È tra il presente. Il passato. E il tuo futuro. E poi ritrovarsi a correre sui titoli di coda. Senza un finale che qualcuno possa spiegarti.
http://www.facebook.com/#!/pages/SQUADRA-OMEGA/205565760924
http://www.macinadischi.altervista.org/
Commenti
Posta un commento