Il "Braccio Elettrico" dell'eclettico Vincenzo Vasi

di Giulio Di Salvo & Sisco Montalto



Non staremo qui a presentarvi l'artista che abbiamo avuto l'onore di intervistare. Vincenzo Vasi infatti non ha bisogno di presentazioni, perchè chi si intende un po', o sia semplicemente un appassionato di musica di qualità, avrà sicuramente già sentito parlare di lui, anche solo di sfuggita! Musicista, compositore, artista come ce ne sono pochi oggi in giro ahimè, sperimentatore e ricercatore quasi ossessivo delle innumerevoli strade che la musica può percorrere... e soprattutto (non ci stancheremo mai dirlo) una persona umile e disponibile, così ci è apparso rispondendo alle nostre domande, virtù che si stanno sempre più perdendo dietro troppa convinzione e troppo divismo, mal celato e immotivato.
Senza aggiungere altro, vi lasciamo alle sue risposte..

Ci piacerebbe iniziare parlando delle tue innumerevoli collaborazioni (il grande Mike Patton, Capossela e Roy Paci): è sempre affascinante sapere come nascono e quali caratteristiche di ognuno di essi senti più vicine alle tue?
"Sia con Roy che con Mike ci lega una stima reciproca, ci siamo sempre seguiti, quando io ascoltavo i loro progetti trasversali e più estremi loro ascoltavano il gruppo dove militavo negli anni '90, gli Ella Guru.
Con Vinicio invece è stato differente, io lo conoscevo unicamente di fama e lui mi ha ingaggiato come thereminista semplicemente telefonandomi, i nostri mondi erano apparentemente lontani, dico apparentemente, perchè specialmente ora la vediamo allo stesso modo.
Li sento amici e li trovo tutti e tre vicini al mio mondo e al mio modo di fare musica, anche se singolarmente profondamente diversi." 

- Suoni strumenti così diversi tra loro, ognuno di essi ha il suo carattere, ognuno di essi ti dà qualcosa: qual è quello con cui ti trovi a tuo agio, quello che imbracci per primo per concretizzare le tue idee?
"Hai detto bene, ogni strumento ha un suo carattere, spesso mi trovo a parlarne perchè questo non è ben compreso specialmente da chi non fa musica. Il segreto è secondo me adattare il proprio carattere a quello dello strumento e viceversa, va da se che - è quasi matematico-  se vuoi fare il cantante in un modo o nell'altro devi essere spavaldo, forte, sicuro e forse anche un po' stronzo!! Così come più o meno tutti gli strumenti solisti, ma solo il theremin riesce ad eguagliare la voce in quanto a desiderio di primeggiare!
Il bassista invece è uno che gioca in difesa, devoto, calmo e un po' timido. 
Il mestiere dell'elettronica è un mestiere freddo, credo che un pò di follia in più gli faccia solo bene.
Un giorno mi è capitato di suonare il basso così, pensando di essere cantante, e mi è cambiata la vita!
Sì è vero, ora non sono più un bassista così ricercato ma è altrettanto vero che ho un modo di suonare solo mio!"

- ...e la voce?
"Anche se sono una persona timida e introversa, penso che il mio primo strumento rimanga sempre la voce ed è bizzarro pensare quanta differenza ci sia tra il palco e la vita, quale metamorfosi non appena si salgono quelle scale!
In più la voce per me è la maniera più semplice di fissare idee, non devo neanche estrarla dalla custodia...."

- Quanto è importante a tuo avviso la ricerca in ambito musicale?
"Direi fondamentale! Così com'è quella sulle cellule staminali in medicina."

- Da dove trai ispirazione per questa tua continua ricerca?
"Dappertutto, negli ultimi anni mi attraggono i rumori di qualsiasi tipo....Anche i microsuoni, quelli impercettibili. Ma attenzione non stó parlando di campionatore ma di suoni concreti reali, fisici.
Mi spiego meglio,  adoro il lavoro del rumorista così come si pensava una volta, chiuso in una gabbietta insonorizzata con una miriade di oggetti che se percossi, sfregati, agitati emettevano un suono, un suono che evocava una situazione ben precisa.  Ecco allora immaginiamo un rumorista lucidamente folle che mescola i suoni come in un frullatore, il risultato sarà Musica!"

- Ci sono anche artisti "normali" che ti influenzano in modo particolare?
Ce ne sono sempre stati, tanto per citarne alcuni: James Taylor, America, Cat Stevens, Peter Gabriel, Inti Illimani, Guccini, Finardi, Bennato, Dalla, Lolli,Wilma De Angelis, Chet Baker, Softcell........"

- Il theremin è uno strumento a cui sei estremamente affezionato: perchè? 
"Intanto perchè in pochi anni è diventato mio primo strumento, ed è grazie a lui se posso continuare ad essere musicista professionista. Poi ovviamente perchè è uno strumento che si fa compiacere, tranne pochissime eccezioni tutti, proprio tutti compreso i profani della musica, ne rimangono affascinati.

- Sei stato coinvolto anche in un progetto didattico su questo strumento: c'è un grande interesse sotterraneo su di esso? Oppure qui da noi i suoi estimatori sono sempre molto pochi?
"Sono anni che affianco i concerti alla didattica, il tutto è unicamente legato al theremin e non alla voce oppure agli altri strumenti, dico così perché non ho mai avuto la vocazione dell'insegnante e mi sono trovato a disagio ogni volta che ci ho provato...ma col theremin è diverso, è come se fosse un dovere insegnare, sento una certa responsabilità.
È altrettanto vero che sempre più persone sanno cos'è il theremin, alcuni ce l'hanno ma non sanno cosa farci, altri si perdono in un mare di pedali multieffetto....Sì, è indubbio che c'è molto interesse al riguardo, ma c'è molta confusione, il mistero sullo strumento rimane e quello che mi piacerebbe fare sarebbe un pò d'ordine, magari impedire che molti neofiti  cadano vittime di insegnanti improvvisati."

  
- Parliamo di "Braccio Elettrico": raccoglie composizioni dal 2005 ad oggi: è quindi lo specchio della tua evoluzione in questi ultimi anni? Ed è per forza di cose un album eterogeneo?
"Braccio elettrico è sicuramente lo specchio della mia evoluzione sullo strumento, ma al contrario direi che nonostante  i brani siano registrati nell'arco di 6 anni è un album miracolosamente omogeneo."
"Approfitto per segnalare che sei mesi dopo Braccio Elettrico è uscito Perfavore sing - un disco di canzoni con alcune gocce di theremin, allo stesso tempo uno studio sulla voce. Potrei definirlo ugualmente lo specchio della mia evoluzione vocale." 

 - A cosa stai lavorando ultimamente?
"Sto lavorando in fase progettuale al secondo capitolo di Braccio Elettrico che si chiamerà Il tunnel del vento.
Poi al secondo album di Gastronauti, insieme a Mirko Sabatini - il disco attualmente è in fase di missaggio."

- Un progetto che ti piacerebbe realizzare?
"Tutti quelli che riguardano il theremin, esattamente finire il disco di Etherguys il trio di theremin con Sabina Maier e Gak Sato. Mi piacerebbe creare un gruppo parallelo, più orientato sulla melodia, ho già le persone adatte ma è troppo presto per farlo.
Il progetto finale sarebbe poi quello di unire i due gruppi, aggiungere altri solisti illustri e allievi meritevoli e creare infine una vera e propria orchestra!"






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