Club Privè: DEATH MANTRA FOR LAZARUS, "MU"


di Claudio "Spleen" Purrometo

Niente aneddoti questa settimana in Club Privè. Si va dritto al punto. E il punto si chiama Death Mantra for Lazarus. E mi scuserete il “francesismo” o il linguaggio, come dire, poco professionale. Ma il punto è che i Death Mantra for Lazarus spaccano il culo.
Ma come sempre mi sembra doveroso dare qualche informazione. I Death Mantra for Lazarus nascono in Abruzzo nel 2008. Come side project strumentale di altri gruppi della scena abruzzese. I quattro componenti, infatti, provengono da esperienze di tutto rispetto come i Milf, gli Zippo e i Santo Niente. Dopo una serie di live in cui riescono a conquistare un discreto seguito di ammiratori, arrivano nel 2010 alla pubblicazione del loro primo album “Mu”. Prodotto dalla label Grammofono alla Nitro. 
L’album. Sei tracce per 45 minuti. La matrice del suono è sicuramente post-rock. Ma viene arricchita da altre sonorità che non la lasciano scadere nei soliti stereotipi del genere. Tra psichedelia. Richiami allo stoner e perché no al doom. Echi orientaleggianti e accenni di musica classica suonati magistralmente dalla violinista Federica Vignoni, uno dei nomi eccellenti che compaiono nell’album. Un altro nome eccellente è Umberto Palazzo, personaggio storico del rock italiano. Presente in “Maria Callas”. Unica traccia che vede la presenza di voce. Una voce declamata che, e qui mi prendo tutte le responsabilità del caso, ricorda palesemente Emidio Clementi (Massimo Volume). Creando per certi versi quasi un paradosso. 
Nell’insieme, l’album è una lunga jam in cui perdersi, ipnotizzarsi. Da ascoltare con la dovuta attenzione. Senza disperdere nulla. Come in un viaggio. Macchina fotografica alla mano. 





http://www.myspace.com/deathmantraforlazarus

http://www.facebook.com/#!/pages/Death-Mantra-For-Lazarus/151033514439

Commenti