Teatro Valle occupato: la voce dei "lavoratori dello spettacolo"

di Sisco Montalto

La storia del Teatro Valle è una di quelle storie che mi piacerebbe sentire molto più spesso, perché mi da la sensazione che qualcosa possa ancora cambiare, in un Paese attualmente senza speranza, con una carenza di valori, rapporti umani e cultura davvero spaventosa, con sempre più persone incompetenti e soprattutto senza alcuna passione, se non quella del potere e del denaro. Succede così, quasi naturalmente, che per riprendersi in mano il futuro e soprattutto quello che ti spetta, un gruppo di persone, di artisti e maestranze dello spettacolo, decidono di occuparsi  in prima persona del loro futuro, senza ideologie anacronistiche e lotte di potere. 
Il Teatro Valle, per chi non lo sapesse, è uno dei teatri più antichi di Roma ancora in attività; qualche tempo  fa, decisioni politiche poco lucide hanno prima soppresso l’ente teatrale italiano che gestiva il teatro, e poi deciso di affidarlo a privati. Nasce così l’occupazione per chiedere che lo stesso venga mantenuto pubblico e soprattutto gestito con trasparenza e partecipazione da chi nell’arte e con l'arte ci lavora e ci vive tutti i giorni, rivendicando nel frattempo diritti dimenticati….Io ho voluto sentire la loro voce per capirne di più e per fare conoscere la storia del Teatro Valle occupato, per dare anche solo un’idea di come da soli possiamo fare qualcosa nel marciume di questa realtà italiana..

-Intanto come è iniziato tutto (soprattutto per chi non conosce la questione teatro valle)?
 "Da tre anni esiste un movimento che si chiama lavoratori dello spettacolo, composto principalmente da attori, attrici, registi e tecnici del teatro che racconta le criticità del ns settore. In questi tre anni le persone coinvolte nel movimento sono andate nei principali festival italiani e hanno fatto irruzione alle prime dei teatri romani leggendo un comunicato che esponeva le condizioni estreme del settore e chiedeva chiarezza e responsabilità da parte delle Istituzioni. L’occupazione del Valle è avvenuta in un momento in cui le criticità rispetto al sistema teatrale italiano e alla cultura in generale cominciavano a dare segni estremi. Il Valle veniva chiuso dopo la dismissione dell’ETI (Ente Teatrale Italiano che si occupava della circuitazione degli spettacoli e dello sviluppo delle pratiche per la mobilità artistica), non si sapeva a chi sarebbe stata assegnata la direzione del teatro, addirittura si vociferava la sua destinazione a bistrot cabaret, e per questo motivo l’abbiamo occupato. Si pensava di fare una tre giorni simbolica e invece le contingenze hanno voluto che si rimanesse,  abbiamo così cominciato a pianificare e ad attuare un piano di lotta che potesse portare ad un cambiamento. Quello che è successo è che altre realtà, artistiche e sociali hanno riconosciuto nel nostro percorso una modalità diversa, si sono rivolte a noi e noi a loro."

-Ho letto da qualche parte dell'esigenza di vere e proprie rivoluzioni culturali; credo anch'io che servirebbe una bella rivoluzione del genere in Italia, sinceramente però ho difficoltà a individuare in concreto quello che si dovrebbe fare, sopratutto per slegarlo da idee, ideologie di questa o quell'altra corrente politica. Voi credete che l'occupazione sia un modo giusto e che serva davvero a smuovere qualcosa o si corre il rischio che tutto cada nel dimenticatoio?
"La nostra lotta consiste nel fatto che non ci riconosciamo in nessuna ideologia e che stiamo cercando nuove forme che mettiamo in pratica. Ci stacchiamo dalla demagogia ed entriamo nei fatti. Sfruttiamo il nostro immaginario, le nostre competenze e soprattutto gli studi e le ricerche di tanti anni e di tanti artisti che ci hanno preceduto e che sono rimasti nella storia per la giustizia insita nei loro concetti nonchè potenza comunicativa. Quello in cui crediamo fortemente sono le pratiche e la riappropriazione di tutto ciò che ci stanno togliendo e che è nostro. Una riappropriazione che viene dal basso e che rimane nel basso, cioè restituito alla cittadinanza, questo abbiamo fatto con il Valle, certo è il Valle. Ma siamo sicuri che qualsiasi altro spazio in Italia sia in grado di aprirsi alla cittadinanza, perchè la gente ha bisogno di questo. Il teatro è una delle forme d'arte più antiche, proprio perchè crea pensiero e confronto, ed è da questo che si creano le nuove idee, quello di cui si necessità in un momento storico temporale."

-Una domanda che ho fatto anche in altre situzioni simili: l'autogestione è davvero una cosa fattibile? E come la intendete voi?
"Noi ci appelliamo a un modello democratico basato sulla libera partecipazione, chiunque può entrare e partecipare liberamente lavorando alle attività dell'occupazione, il potere sovrano è affidato all'assemblea con il consenso, non andiamo mai ai voti. Comunque non stiamo lavorando all'affermazione dell'autogestione, ora siamo costretti a farla perchè siamo in una situazione di occupazione e inevitabilmente stiamo sperimentando delle pratiche che magari possono essere condivise, ma stiamo studiando e lavorando per far crescere il movimento, un movimento che possa cambiare alcune criticità di questo paese. E stiamo studiando per proporre un modello di Fondazione attuabile all'interno del Teatro Valle e in altri teatri italiani."

-Collegandomi alla domanda precedente, è un modello che può essere allargato e non rimanere legato solamente a singole situazioni?
"Ci piacerebe che la gente si riappropriasse dei propri spazi e cercasse di gestirli vermanente, che li facesse diventare degli spazi condivisi, abitati dalla cultura, la riflessione, lo sviluppo di pensiero. Al Valle stiamo sperimentando la formazione del pubblico e questo ha aperto tantissimo lo spazio. Siamo convinti che se le pratiche si aprono veramente, senza risparmiarsi e andando incontro alle mancanze culturali della gente oltre che di condivisione, il posto diventa intoccabile da chi lo vuole far fuori e soprattutto portatore di nuove idee. Serve un confronto tra generazioni, vecchi, medi e giovani. Uno scambiio di esperienze e nuove forme di pensiero."

-Nello specifico come si sta concretizzando la vostra autogestione?
"Siamo in parecchi, stiamo all'interno del Valle 24 ore su 24 dandoci dei turni. Si sono creati diversi gruppi che si occupano di specifiche diverse che vanno dalla logistica, alla programmazione, al pensiero politico, alle azioni da mettere in atto, alla comunicazione. Settimanalmente facciamo assemblee interne che durano anche 10 ore dove portiamo tutte le problematicità legate al luogo, al movimento, ai problemi di logistica, programmazione e gestione, alla fondazione. Andiamo avanti per consenso, questo vuol dire grande ascolto e predisposizione a starci. Siamo esasperati dalle criticità di questo paese e questo ci da le energie di affrontare questo drago."

-Secondo voi il vero problema è la privatizzazione o l'incompetenza delle istituzioni e di chi ci governa?
"Sono due cose separate e che si influenzano allo stesso tempo. C'è sicuramente una logica basata sull'individualismo che ormai è dilagante e preponderante, l'accecamento delle istituzioni riguardo alla fascinazione del potere ha portato sempre di più ad un appiattimento del pensiero, alle strade più corte e di conseguenza ad una dilagante incompetenza che è diventata imbarazzante e verso la quale proviamo vergogna, non ci riconosciamo, e invece crediamo che noi italiani possediamo una grande intelligenza e competenza che ci vengono negate a priori. Vogliamo dire basta e riaffermare le nostre competenze, mettendo al bando l'individualismo e la vanagloria."

-Sono stati fatti passi avanti? A che punto siete con la vostra lotta?
"Stiamo scrivendo uno statuto di fondazione Teatro Valle Bene Comune. Abbiamo presentato la prima bozza il 20, proprio oggi abbiamo pubblicato sul sito lo statuto partecipato, non ci siamo ancora confrontati con le istituzioni, perchè tutto ciò che propongono sono gli stessi giochi di sempre. Continueremo a studiare e a praticare per apportare qualcosa che abbia un senso non solo per noi ma per tutti coloro che credono nella nostra lotta.
Continueremo la lotta.." 



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