Alberto Trettene, "Uomini sospesi"

di Cristina Siracusa


C'è sempre qualcuno che aspetta qualcosa e qualcun'altro che insegue qualcosa. Gli Uomini Sospesi sono quelli che in qualsiasi posto stanno stretti e vivono in una condizione che sarà sempre provvisoria, sospesa, rassicurante.
Il Generale è la prima storia che apre il romanzo. E' un uomo schivo, burbero e a tratti cinico, ha combattuto per la patria ed è tornato, intriso di ideali bellici, a quella terra che nemmeno lo riconosce più. La moglie lo ha abbandonato ed ora egli vaga per le strade raccontando aneddoti di varie battaglie ai passanti...Le altre storie si susseguono quasi in un rondò e i personaggi, intrappolati nelle loro personalissime esperienze, cercano di vivere al cento per cento ogni esperienza. 
Così c'è l'amico di Paco che si lascia ossessionare dalla misteriosa Gigliola, la pittrice che lo mette difronte all'Amore-Morte, che poi è l'amore sincero perché privo di schemi, pregiudizi e edi ogni altro filtro metropolitano, politico e religioso.
Battista invece si prepara a vivere un'altra notte in quello spazio allucinato e allucinante in cui si trasforma la mente dell'uomo quando sente il bisogno di far uscire tutto il proprio marcio e il proprio disprezzo per la vita. La città è ora un'accozzaglia di squilibrati senza forma che si danno ai vizi più sfrenati, finché Battista con la sua arma taglia i peccati regalando le anime impure all'ingorda morte, mentre gli avvoltoi fanno il resto.
All'alba tutto torna a splendere, ci si dedica alla gentilezza e all'altruismo e non c'è traccia degli eccessi della sera prima, almeno fino all'arrivo di un'altra notte quando, tra urla e bestemmie, tutto comincerà da capo...Blu incontra Foscolo in un bar, il solito dialogo col poeta su come siano cambiati i tempi e su come sia diventato artificiale il mondo odierno, diventa una riflessione sulla mediocrità dell'uomo e sulla morte.
Anche se da vivo ha compiuto grandi gesta un uomo è sempre un uomo e non importa dove verrà seppellito da morto.
Dunque il motivo che accomuna le storie è l'incessante ricerca di qualcosa che spinge l'uomo oltre il limite ed è solo quando si supera quel confine e si è più vicini alla morte, tanto da poterne sentire l'odore, che ci si sente realmente vivi e si ha l'impressione di essere arrivati, perdendocisi dentro, all'estrema conoscenza di qualcosa.

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