Lucia Perrucci, "Il confine degli incontri"

di Cristina Siracusa


Che cos'è un incontro?
Relazione tra eventi, persone e situazioni. L'incontro viene catturato in quell'istante in cui qualcosa di diverso, opposto e contrario, inconsciamente e senza resistenza, entra in noi.
E quel confine che sembrava invalicabile viene celebrato in tutte le sfaccettature indagate da questa raccolta di brevi racconti, ognuno dei quali è unico, diverso eppure inteso a creare una catena indissolubile con gli altri, dove eventi e conseguenze si intrecciano da non distinguerne più l'origine o la fine.
Una bambina seduta su una panchina osserva il mare, immagini poetiche e sensazioni visive: la gioia dell'infanzia che si incontra e si scontra con la perdita delle passioni, abbandonate nel vano tentativo di raggiungerle nell'età adulta. E ciò che rimane è solo un po' di nostalgia, ma è dolce.
Al di là del ponte qualcuno aspetta da anni, lì dove passato e presente si confondono, si può perfino cambiare l'ordine degli eventi e mediante l'oblìo far confluire ciò che non è in ciò che è.
Tuttavia nulla si può fare per gli eventi ormai vissuti e imprigionati per sempre in quel diario maledetto che è la vita. Così dalla nostalgia del passato il confine viene spostato alla malinconia per le occasioni perdute.
Un vecchio tra la folla grida. -Devi sciogliere il nodo!- L'incontro è già avvenuto, la ragazza col maglione vorrebbe sfuggire alla fascinazione del lupo ma il nodo è così stretto da non poter più tornare indietro, nemmeno per raccontarlo, ti ruba la voce, come se il tempo si fosse fermato ad un'immagine senza colore né trasparenza. E l'incontro tra due forze contrapposte: il bene e il male. Una contaminazione armoniosa dove il confine del bene sparisce in quello del male.
Ombre e rumori in un corridoio semioscuro ci portano invece al confine tra ciò che viene definito folle e ciò che comunemente è normale e anche qui lo scontro è solo apparente. Altri incontri, altri confini, quello tra la vita e la morte, tra rimorso e pentimento...Il più enigmatico è l'incontro con se stessi: un uomo, uno scrittore, ospite in una pensione osserva gli orologi delle varie stanze e si accorge che tutti sono stati capovolti, così per sapere l'ora esatta deve inclinare il capo oppure guardare il riflesso dell'orologio allo specchio. Ma il riflesso che può dare uno specchio non è mai veritiero come quello di un libro che raccoglie le idee più profonde...Per questo, alla fine del racconto, l'ultimo incontro racchiude in sé tutti i personaggi come tasselli indispensabili all'introspezione dell'autrice.

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