di Sisco Montalto
Avvolte, band rock piemontese (di Torino per l'esattezza) da 15
anni sulle scene, ritorna con il quinto album dal titolo suggestivo "L'essenziale
è invisibile agli occhi", che richiama il capolavoro di Antoine De Saint
Expupery "Il piccolo principe".
Un album con una lunga gestazione
dietro (undici mesi), molto lavorato e con tante collaborazioni come Lydia
Lunch, che ha anche accompagnato la band nell'ultimo tour nazionale, Sitikisis
(slide guitar), Luigi Napolitano (tromba), Fabio Lombardo (synth).
Undici tracce intense, che si
muovono tra "luce e tenebra", in un lavoro dal sapore chiaramente
scuro e nebbioso, tra disagi sociali e intimi, che poi spesso si mischiano. La
band si muove molto agiatamente in un misto di musica dal sapore dark-new wave anni ‘80, e rock di matrice
Afterhours - Marlene Kuntz.
Testi impegnati e dalla poeticità
significativa ma mai innaturale e troppo caricata, una sorta di atmosfera quasi
teatrale a fare da sfondo, che mi ha fatto venire in mente (forse anche perchè
visti di recente) Il Teatro degli orrori. Si parla di storie comuni, ai
margini, che vanno lente rispetto alla velocità frenetica e cieca della realtà
intorno.
I ragazzi sottolineano poi,
questa loro attitudine e sensibilità per temi veri, seri e reali, con il brano (fra tutti) “Nessuna rete”,
pezzo che tratta la piaga della sicurezza sul lavoro in Italia e che fa da
colonna sonora al video (Marco Dainelli ha collaborato con la band alla
realizzazione del viodeclip) dedicato appunto alle morti sul lavoro, patrocinato
da Inail, Città di Torino e ATC (agenzia territoriale per la casa).
Per una volta mi piace
sottolineare la bravura musicale e artistica di una band che è riuscita in Italia
a "resistere" 15 anni sebbene rimasta per lo più sotterranea (immotivatamente)!
bella recensione! mi hai fatto venire voglia di ascoltarli...
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