NOIR - "Tra l'ombra e la luce"



di Salvatore La Cognata - Tra le pieghe della mia memoria ogni tanto fa capolino un dipinto dell’ottocento (Un uomo e una donna davanti alla luna di Caspar David Friedrich), che ritrae una coppia vista di spalle, assorta ad ammirare un paesaggio nebbioso e inquietante, e in evidenza, sulla destra del quadro, un maestoso albero secolare coi suoi rami minacciosi ed irregolari che sembrano quasi artigli mostruosi, tentacoli che sbucano fuori dalla terra con l’intenzione di avvolgere i due malcapitati. La rappresentazione di una natura misteriosa e bizzarra e di un destino sempre più ineluttabile.

In questo momento mi piace perdermi in questa sorta di sindrome di Stendhal all’acqua di rose, e lasciar correre ancora un po’ l’immaginazione. Mi sembra di scorgere in lontananza la sagoma di un castello solitario parzialmente inghiottito dalle nebbie, con un sentiero tortuoso che si perde in fondo alla campagna e un silenzio sospeso e irreale.

Se mi sforzo ancora un po’ riesco a vedere all’interno del castello la sagoma di uomo su una parete, ingrandita dal riflesso delle luci delle candele. Il suo capo chino sui tasti del pianoforte ed un calice di vino accanto alla finestra. Si ferma un attimo….si alza lentamente per raggiungere il calice di quel nettare quasi nero che continua a scaldarlo, che per qualche illusorio istante riporta il calore, riattiva le vene, riaccende e amplifica la sete di vita, l’inevitabile necessità di raccontare e scavarsi dentro.

L’uomo alla finestra è NOIR (il progetto one man band di Gianpaolo Cassarino), giunto al traguardo del quinto album in studio. Un avventura ormai decennale che viene celebrata col suo ultimo lavoro intitolato TRA L’OMBRA E LA LUCE, uscito all’inizio di quest’anno. Luci e ombre si susseguono durante l’ascolto di queste dieci tracce, dieci quadretti autunnali che partono da un attitudine dark in senso ampio, inglobando un cantautorato nero, tracce di new wave eighties, elettronica sperimentale e rumorismi assortiti in salsa teutonica.

Circondato dai fidati amici di sempre, NOIR celebra la vita e la sua contorta bellezza non curandosi di eventuali strizzatine d’occhio ad un ipotetico ascoltatore modaiolo o superficiale, ma rivolgendo l’attenzione soprattutto a se stesso, ad un cavaliere solitario coerente e sensibile che riesce ancora a stupirsi di fronte alla natura, allo scorrere del tempo, e non si tira indietro neanche quando si tratta di mettersi in gioco, di mostrare le umane debolezze, di lasciarsi assorbire da un amore che ti strappa l’anima a morsi, che ti fa sentire un insopportabile peso sul petto ma che…. come il nostro destino, è inevitabile.

L’incipit ASPETTANDO LA NOTTE è un manifesto di rumorismi ambientali e strumenti non convenzionali che riesce a rallentare il ritmo cardiaco e omaggia in lontananza certe cose EINSTURZENDE NEUBATEN periodo KOLLAPSE, una presenza inquietante, quella di Blixa Bargeld che incontreremo saltuariamente lungo l’ascolto di tutto l’album.

L’ostico inizio lascia il posto al pianoforte struggente di BELLEZZA, che scaglia l’ascoltatore lungo i paesaggi della brughiera, l’odore di erba bagnata mischiato all’organo e al testo recitato, ed uno stupore per una inaspettata simbiosi con madre terra .

DARK risulta essere quasi un mantra e un’ orgogliosa rivendicazione di identità, il synth nel finale lascia il posto alla romantica marcetta diabolica di I GIORNI E LE NOTTI che va a perdersi tra le pieghe di un finale elettrico.

IL TEMPO si accasa dalle parti del post punk e della new wave eighties, mentre la raffinata IO SONO UN VAMPIRO mescola una chitarra acida e vagamente krauta in odor di POPOL VUH alla voce sussurata, riportando alla mente l’eleganza di JAPAN e PIANO MAGIC.

LUCE LUNA si lascia ricordare per la chitarra sospesa a mezz’aria e una coda psichedelico rumorista, per lasciare successivamente spazio al pianoforte classicheggiante di NON C’E’ ROSA SENZA SPINE. Il brano OMBRA è forse il più accessibile del lotto, un pezzo elettrico e perversamente melodico che va infine a cedere il passo alla toccante RESTO SOLO, voce filtrata e rumorismi assortiti e una amara consapevolezza che si intravede tra il liquido del nostro calice.

Il dark, la new wave, il post punk, l’attitudine alla sperimentazione, il cantautorato intenso e sanguinante del re inchiostro e la Germania cosmica vengono eleborate ed omaggiate in un modo assolutamente personale, delineando un carattere ed una cifra stilistica notevoli e riconoscibili, donando a TRA L’OMBRA E LA LUCE un sapore antico, ancestrale e perversamente affascinante.

Un disco fatto anche di sospiri e silenzi che sanno parlarci e fare rumore, di pianoforti eterei o sanguinanti, di frequenze dark sintonizzate sulla stessa lunghezza d’onda del nostro cuore. E mi piace ancora immaginarlo così, con le labbra viola e il calice vuoto, toccare distrattamente i tasti bianchi del piano che all’improvviso cominciano a macchiarsi di sangue, goccia dopo goccia…..Sipario!!








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