NAZARIN - in anteprima streaming e free download “Radice Mangia Radice” primo singolo dell'album d'esordio


Esce in anteprima streaming e free download “Radice Mangia Radice” primo singolo estratto da La Mattanza dei diavoli, album esordio di Nazarin, pseudonimo di Salvo Ladduca (Marlowe) in uscita a Novembre 2013.

Radice mangia radice è un brano potente, incalzante. Pianta le dita in una terra insanguinata che non ha più voce per urlare né parole da dire ma che vive ancora, caparbia e desolata; che guarda le ere passare come noi guardiamo dal finestrino di un’auto o di un treno, l’alternarsi di campi e di costruzioni, di grano e di rottami, di luce e di buio. 


L’uomo guarda gli eventi e il Tempo guarda l’uomo. Un dialogo di sguardi affidato alla voce di Salvo Ladduca, accompagnato dall’organo e dalle sapienti chitarre di Marco Giambrone e da due compagni di un lungo viaggio: Carlo Natoli e Sebastiano Cataudo (entrambi Gentless3) rispettivamente al banjo e basso e alla batteria.

Il disco è stato registrato nel mese di Novembre 2012 in un vecchio casolare immerso nei campi dei Monti Iblei da Carlo Natoli (Gentless3) e masterizzato da Carl Saff negli studi Carl Saff Mastering Engineer di Chicago (USA).

Nazarin segna l’esordio da solista di Salvo Ladduca, cantante, chitarrista e fondatore dei Marlowe e membro de l’Arsenale - Federazione Siciliana delle Arti e della Musica. Dopo l'ultimo disco (Marlowe "Fiumedinisi" 2010) e dopo tante preziose collaborazioni (Hugo Race, Cesare Basile, Mick Harvey, Jon Spencer, Michael Rother & Dieter Moebius, Angela Baraldi, Marta Collica, Dead Meadows, Boxeur The Coeur, Songs for Ulan) Nazarin dà finalmente voce e sfogo all’anima folk di Salvo già percepita nei dischi del gruppo siciliano.

Amante del cinema d’autore Salvo Ladduca ha voluto firmare questa realtà con il titolo di un film di Luis Buñuel, “Nazarin” appunto, dove il protagonista è un giovane predicatore che incrocia le ombre di una società indolente e degradata. Il Nazarin di Buñuel, si lega, nell’immaginario del cantautore siciliano, ad alcuni “predicatori” della musica folk americana, figure di vagabondi nudi, cantastorie che si vestono di semplicità unica e sincera e di determinante eleganza e maestria.

Un disco intriso di passione e sincerità legate dall’amore per certe sonorità d’oltremanica. Una parte di esistenza in note che parla di rivoluzione, dell’assenza delle istituzioni, degli immigrati e dei terrificanti viaggi della speranza e di tante vite in fila per un nobile destino.


Salvo Ladduca: voce, dobro, cori Carlo Natoli: banjo, percussioni, basso Marco Giambrone: organo, chitarra elettrica, cori Sebastiano Cataudo: batteria Caterina Fede: cori Lorenzo Azzaro: cori

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