Il Fratello (aprile 2013, I Dischi del Minollo)



di Annalisa Pruiti Ciarello - Con album come quello che stiamo per presentarvi non bisogna essere avidi di parole: è un disco cinematografico quello de Il Fratello, capace di suscitare immagini; didascalico ed emozionante è l’omonimo album di un collettivo tutto siciliano (o quasi), arrivano dalla bella e dannata Siracusa i protagonisti di questo disco. La storia de Il Fratello è lunga e per certi versi complicata: è la storia di un’amicizia fraterna e senza confini geografici, è la storia di un viaggio lontano e del percorso fatto per ritrovarsi . Il fratello è una foto (di Livia Rao), è la successione di corti (quelli della Tunafish Banda) ed è l’amore narrato per la musica.

Il fratello è un gruppo di amici che decide di metter su baracca, è un progetto variegato come i suoi protagonisti; c’è la follia regolata di Angelo Orlando Meloni, la voce suadente e sensuale di Giò dei La Crus, la psichedelica di Barbagallo, la semplicità post adolescenziale di Colapesce e poi c’è lui, colui che più di tutti ha desiderato questo album: Andrea Romano, già membro degli Albano Power e Colapesce.

L’album si apre fischiettando tra i ricordi infantili di un ingenuo bambino tra i libri blu, gli sguardi complici di chi riesce a guardarti dentro, il rumore che la luna fa è una perfetta ninnananna. E' vero che per te si fa carico di una delicatezza inaudita a suon di piano a tratti “fuori tempo”; Nei ricordi di mio padre Andrea collabora con l’amico di sempre Mauro Ermanno Giovanardi e in Cos’ha che il mondo non ha si avvale del supporto di Lorenzo Urciullo.

Ne Il Fratello ci sono i suoni di una terra che tenta di riprendere in mano il proprio destino, una terra che si aggrappa alla sua storia, che impugna una penna per scriverne ancora. Tra docili note e surreali pensieri Andrea racconta la realtà Tra lacrimogeni, in una song appesa tra desideri intimi ma con un occhio rivolto al sociale.

Guarderei al’infinito questo film, a tratti i bianco e nero e in altri inebriato di colori intensi, otto storie semplici che parlano di quotidiano; ad ogni ascolto un nuovo dettaglio salta all’udito, come le sempre nuove pennellate in un quadro impressionista. Sembra la storia di un’amicizia nata in cortile tra schiamazzi, urla e calci ad un pallone. Far away è il perfetto sigillo (momentaneo) a questo magnifico lavoro, una degna cover del brano di Josè Gonzales.

Il fratello esiste ed è un progetto nato parecchi anni fa - all’ombra di altri lavori - è la realtà siracusana che tenta di emergere dallo stato di catalessi nel quale sopravvivere da tempo. Io premo nuovamente play, con la speranza che questo sia solo un capitolo di uno splendido romanzo.






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