Il Cotone di Fukushima - Scie (Autoprodotto 2013)



di Sisco Montalto - Finalmente qualcuno che esce, e di molto, dagli schemi usuali della musica odierna, sicuramente, ma in generale dal classico modo di concepirla e comporla. Trovare band come Il Cotone di Fukushima è impresa molto ardua, se non altro perchè i clichè sonori sono abbastanza schematici; e se risulta già difficile far conoscere la propria musica e ancor più portarla in giro live, se si tratta di inediti di qualsiasi tipo e non di cover e tributi vari, diffondere certi  generi è quasi impossibile.
Come scavarsi la fossa con le proprie mani. Questo rende il progetto in questione affascinante e intrigante per il significato che c'è alla base, la voglia di fare musica nell'accezione più vera, creare suoni, senza preoccuparsi d'altro. 
Il loro ultimo album si chiama Scie, e definisce quello che il duo sardo propone in 25 minuti circa. Una scia di suoni, di rumori, di atmosfere, di improvvisazione agli accessi. Un humus che si tocca quasi con mano quello che esce fuori dagli strumenti tradizionali e da quelli che lo diventano per l'occasione, dalle mani e dalle menti di  Carlo Saiu e Stefano Muscas.
Tutto nasce, si sviluppa e muore in una saletta (le cui dimensioni diventano relative),  in presa diretta.

Un lampo di ispirazione che trova il proprio background nel noise puro per poi diventare altro, qualcosa di meno spigoloso e pesante.
Una produzione del tutto inesistente (si avverte in alcuni momenti) mitigata dalla particolarità del lavoro che mette certamente curiosità a chi però concepisce la musica non solo come utile da canticchiare sotto la doccia.





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