Town of Saints - Something To Fight With (Snowstar - 2013)



di Annalisa Pruiti Ciarello - I Paesi Bassi producono musica di altissimo livello, è proprio il caso di dirlo se si parla di loro: i Town of Saints, band olandese o quasi, che ha confezionato un bellissimo album dal titolo Something to fight with. Loro, i Town of Saints, sono in tre e arrivano dalla verdissima Groninga (in italiano) la città olandese che vanta il primato di città più verde d’Europa, una sorta di Bologna del Nord, città di universitari e  di biciclette.

In principio erano in due, un principio da buskers e suoni in strada (in Austria però), ed è qui che nasce il sodalizio artistico tra l’olandese Harmen e la finlandese Heta, fino all’arrivo del batterista Sietse. Da allora due ep: Never Sleep e The Silente Sea, tantissimi live in giro per l’Europa ed il fortunato Eurosonic Nooderslag punto di partenza per il nuovo album. 
L’anno scorso m’è capitato pure di vederli in Italia, hanno portato nei club i loro precedenti ep; strepitosi dal vivo, un trio coeso ed affiatato, e ciò si riversa ovviamente anche nella loro musica. Il nuovo album è un moderno mix di generi e suoni, eterogeneo ma fino ad un certo punto, a fare da collante ci pensa il violino della rossissima Heta. 

Undici tracce sospese in un’aurea nordica, una ventata di beltà e freschezza fatta di melodie e suoni sempre stimolanti. A celebrare l’apertura di Something to Fight With ci pensa Stand up, stridente all’inizio ci spinge verso un vorticoso invito ad alzarsi; inizio sommesso anche per la scarna e gelida Trupped Under Ice, che dopo il primo minuto esplode in un tripudio di colore e calore. Direction è un dolcissimo pezzo folk, ci sono i cori, la chitarra acustica e la voce di Harmen e quell’immancabile violino, splendido legante e insolito filo di Arianna. 

Euphrates è un brano instancabile, accelerato e veloce come da tradizione folk; i toni si smorzano in Going Back in Time, creano invece atmosfere avvolgenti e sorprendenti in Dress up Night. Carousel anticipa l’album, credo sia uno dei brani più rappresentativi assieme alla title track, in entrambi i pezzi il mood è selvaggio, quasi tribale, i soliti cori e la batteria che picchia più forte che mai.

Something to Fight With è un concentrato di bella musica (di quella fatta bene) che non cancelli dopo il primo ascolto; le melodie sono semplici ed al contempo piene di novità. Quaranta minuti bastano per riempire il silenzio che ci circonda. 




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