Un' irresistibile guida alla scoperta di sapori perduti! - Intervista a Chef Rubio



di Nina Della Santa - Catania, Livorno, Napoli, Roma, Palermo, Gaeta.. Chef Rubio, alias Gabriele Rubini, è arrivato la scorsa estate nelle nostre città, si è intrufolato nei mercati, nelle viuzze, nelle pescherie e ha assaggiato tutto ciò che la gente mangia per strada: il pane con la meusa, la carne dei pastori abruzzesi, le rane dei camionisti emiliani, i coppi del sud, le zuppe dei pescatori di ritorno da una giornata in mare…Assaggi voraci e accurati di ogni specialità (di qualsiasi tipo!) incontrata per le vie della città, lo portano in ogni tappa a scegliere una ricetta per la sfida con il “maestro” del luogo, ma attenzione: niente dosi, ritmi tranquilli e strumenti essenziali, perché ciò che conta è portare con sé un pezzetto di quel posto, non essere il più bravo!

D’altronde, a vederlo così tatuato e giocherellone, nessuno è intimidito da Chef Rubio, giramondo, diplomato chef internazionale di cucina italiana all’Alma di Gualtiero Marchesi, ma ironico e carismatico intrattenitore e in fondo narratore di storie, attraverso i camei di cucina popolare di Unti e bisunti. Per questo l’ho intervistato! 
Facile da raggiungere, senza grilli per la testa, ha risposto al telefono alle mie domande e, come gli avrà sicuramente insegnato il rugby, dice quello che deve dire, con estremo fair play!

-Ciao! Cosa stai combinando (musica in sottofondo)?
"In questo momento, dici? Ascolto Bon Iver.. In generale molti spostamenti, collaborazioni, riprese, ho finito di girare “Il cacciatore di tifosi”, un nuovo programma che fa conoscere il rugby alla gente, che segue soprattutto altri sport,  ma spero di avere presto qualche settimana per ritornare alle mie cose, a cucinare.. Mi sono divertito, ma è stato massacrante tenere a bada gente che non idea di cosa sia la disciplina."

-La cucina non ci sarà in questa nuova trasmissione?
"Ci si ritroverà a tavola a fare commenti, riflessioni, ma senza dimostrazioni, preparerò alla fine della puntata ciò che solitamente si mangia a fine partita con gli avversari e le famiglie, nel terzo tempo: pasta e fagioli, salsiccia e patate, ‘na griscia.. roba sostanziosa insomma, ma per pura convivialità."

-La prima volta che ho visto Unti e bisunti, facendo zapping in una silenziosa sera estiva, ho pensato: e questo chi è? Ma è bastato seguire per qualche minuto la puntata, per essere irrimediabilmente coinvolta. Come lo descriveresti a chi non lo ha mai visto? Io prima guardavo Cuochi e fiamme…
"È un viaggio, mio e della troupe, in giro per l'Italia a mostrare un'umanità scomparsa e i piatti che ne fanno parte, quelli di una volta; la sfida che nasce con il "maestro" nel piatto scelto, è ironica e alla pari, con una giuria di vicini e conoscenti a giudicare, non di esperti di chissà che..io Rugiati nun lo sopporto!"

-E la seconda serie a che punto è? 
"Abbiamo girato alcune puntate, ancora bei posti: l'Ogliastra, Bari, bellissima per la sua gente superospitale, il polpo crudo, i panzerotti fritti, sapori genuini e veraci..arriverà presto e tratteremo le regioni che non abbiamo affrontato nella prima serie, spostandoci più a nord."

-Clap Bands si occupa soprattutto di musica, ma abbiamo voluto intervistarti perché, contrariamente a chi elenca o giudica ricette in tv, sei un elemento nuovo e totalmente irrazionale rispetto al resto, artistico in un certo senso. Tu che rapporto hai con l'arte?
"Amo scrivere. Scrivevo a 4 mani con un'amica su un blog (traslochi funebri), dove senza comunicarci né trame né personaggi, ogni lunedì postavamo a turno un nuovo racconto, nato dalle impressioni di quello precedente, l'uno dava il nome a quello dell'altro, cose zozze anche! E poi, per esempio, anche la mia tesi per l'Alma, l'ho scritta in forma di diario, impostato secondo le stagioni, partendo dall'estate, tipo “Requiem for a Dream”...

-Stai anche scrivendo un libro sulla dieta mediterranea..
"Sì, insieme alla dottoressa Stefania Ruggeri, un incontro perfetto per questo: partendo dal libro di Ancel Keys, "Eat well and stay well, the Mediterranean Way", ne abbiamo rivisto e analizzato alcuni aspetti, alleggerito il consumo di grassi in favore degli antiossidanti, alla luce dei dati sull'alimentazione nella prevenzione del cancro; siamo anche stati a Pioppi, nella casa di Jeremiah Stamler, l'altro storico padre della "Mediterranean Way", per avere la sua opinione."

-E di musica che mi dici? Cosa ti piace?
"Ascolto di tutto: rock, reggae, hip-hop.. non ho un genere musicale preferito, come neanche un piatto, è limitante restare sempre negli stessi generi, si cresce, si cambia sempre e ci si evolve, anche se chi ti sente cambiare gusti la giudica un'involuzione a volte...e poi dipende anche dall'umore e dalla situazione."

-Dopo tutto questo che farai?
"Non vedo l'ora di poter viaggiare, di cucinare, come ti dicevo, di avere un paio di mesi per rifare le mie cose, per rifarmi un nuovo bagaglio, perché adesso sto facendo tutto quello che mi capita, sfruttando tutte le mie esperienze precedenti. Sono come un'onda che è arrivata in alto, ma deve per forza svuotarsi per potersi poi ricaricare." 








Commenti

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  2. Caro Carlo, il tuo post è stato rimosso per errore, avevamo rimosso quello di prima perchè inutile a sua volta. Tra l'altro se ci segui da tempo ti sarai accorto che esiste una sezione su clap chiamata "altre storie", in cui raccogliamo appunto altre storie che in un modo o nell'altro hanno a che fare con l'arte. Non ci vediamo nulla di scandaloso in questo. Ci dispiace, ripeto, per aver cancellato erroneamente il commento.

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