Rebis – Naufragati nel Deserto (Primigenia Produzioni/Nives Agostins e Bruno Cimenti, 2014)



di Sisco Montalto - Naufragati nel Deserto è il disco di debutto dei Rebis. Nome latino (res bina) che esprime  equilibrio  e  unione tra opposti.  Duo lontano decisamente dalla musica indipendente e di massa, che si concentra  invece in un  percorso di ricerca non solo musicale ma antropologico e sociologico, se vogliamo, che insinuandosi in diverse culture, cerca di trovare un punto di incontro tra popoli e storie diverse e simili, allo stesso tempo. 

Nella musica dei Rebis si confondono e fondono sonorità etniche dal mondo arabo e dall'Italia o meglio dire da alcune parti dello stivale, come la Liguria o la Sicilia, piene di suggestioni; più  in generale sonorità dal Mediterraneo. Proprio il titolo dà  già la sensazione di voler sfuggire da un deserto artistico e sociale contemporaneo fatto di troppa uniformità e instabilità, per rifugiarsi in una dimensione più consona ai Rebis, quello della musica e dell'esplorazione della ricerca dell'umanità. 

I Rebis (che si avvalgono della collaborazione di musicisti tra i quali: i fiati etnici, il sax e il clarinetto di Edmondo Romano, il violino di Roberto Izzo (Gino Paoli, New Trolls, Niccolò Fabi, tra gli altri), la batteria di Matteo Mammoliti (Tullio De Piscopo), le percussioni brasiliane di Andrea Trabucco e il basso di Lucas Bellotti) ovvero la cantante Alessandra Ravizza e il chitarrista e compositore Andrea  Megliola, partono da Genova e attraversano metaforicamente con la loro musica, con le loro sonorità, con l'utilizzo di diversi idiomi, culture vicine e lontane tra loro e molto affascinanti,  auspicando un incontro che attraverso la musica sembra maggiormente fattibile e denunciando le stonature di alcune terre (come i vari regimi presenti  nel mondo arabo). 

Naufragati nel Deserto non è un disco per tutti perchè alla base di certa musica c'è un percorso personale e di vita. Non per questo i Rebis e il loro album d'esordio perdono forza.




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