Abetito Galeotta - Cambi di Stagione (Music Force, Giugno 2013)


di Salvatore La Cognata - Gradito ritorno sulle scene per gli Abetito Galeotta. Il quartetto di Ascoli Piceno si ripresenta sul mercato discografico con le dieci tracce di Cambi di Stagione, un lavoro onesto e diretto, senza troppi inutili orpelli, che partendo da una base folk pop di stampo cantautorale, si lascia sedurre da derive jazz e di musica popolare, fortemente legata alle tradizioni, alle “feste di paese” e ai racconti di anziani parenti che vengono tramandati alle nuove generazioni.

Tenendo bene a mente le preziose lezioni del primo Vinicio Capossela e di Paolo Conte, e di certe atmosfere alla Fabrizio De Andrè, la band marchigiana entra in punta di piedi nelle grazie dell’ascoltatore con ballate dolci e intimiste, oppure con eleganti passaggi strumentali dalle atmosfere vagamente zingaresche (Pantera e Preda).

La strisciante malinconia che pervade tutto il disco non è mai fine a se stessa ed esprime intenzioni quasi catartiche, come una sorta di pacificazione coi propri fantasmi interiori, come una ritrovata serenità dovuta a un prepotente ritorno alle radici e alla semplicità. C’è spazio anche per trascinanti valzer campestri (Giacomino dalla Bella Voce), per momenti quasi cabarettistici e scanzonati (L'Artista Consumato) o per omaggi al pop italiano anni 60 (Carbonia). 

Tutto il disco è ben equilibrato e omogeneo senza nessuna particolare caduta di tono, anche se manca magari un guizzo o qualcosa che ti faccia saltare dalla sedia, ma nel caso della band marchigiana forse sarebbe stata una forzatura probabilmente inutile, mostrando, nel caso ce ne fosse bisogno una coerenza e una onestà intellettuale che meritano il nostro plauso. 

Sufficienza raggiunta pienamente. E forse anche qualcosa di più.





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