Gentless3 - Things We Lost (Viceversa Record/Audioglobe, 28 Aprile 2014)




di Sisco Montalto - Ancora un'altra bella prova di ispirazione e bravura per i Gentless3, che a distanza di poco più di un anno pubblicano un nuovo album, un ep di 4 tracce (e alcune sorprese), breve ma d'una intensitá notevole.
Un ritorno ai toni di grigio che avevano caratterizzato il primo lavoro della band e che comunque ritorna sempre nella loro musica. Questa volta però la caratteristica principale è il singolo inteso come individuo, con tutto quello che è il suo mondo.

Carlo Natoli, vera anima del progetto, in un certo senso torna alle origini con Things We Lost, guardando dentro di se e analizzando quello che lo circonda, in una purificazione (o qualcosa del genere)  che parte dalle parole, dai testi e riesce attraverso la musica a marcare ancora di più il senso di questo ep. Esperienze, viaggi, visi incontrati e incrociati, strade che si avvicinano per poi allontanarsi. Uno spezzone di vita vissuta che inebria tutto il disco rendendolo grondante di passionalità nella sua malinconia, nella lentezza e nella riflessione.

La delicatezza/raffinatezza di tutti i pezzi é palpabile, resa ancora più evidente oltre che dai compagni di viaggio di sempre, gli altri due "gentili" Sergio Occhipinti e Sebastiano Cataudo, dalla presenza di due grandi artisti del panorama indipendente come Fabio Parrinello (Black Eyed Dog) e Fabrizio Cammarata.
E' di Luca Andriolo, la voce in Death Row Information (interpreta le ultime parole dei condannati a morte dal “Executed Offender’s Last Statement (1982/2014)” pubblicato dal Dipartimento di Giustizia del Texas).

Le sonorità sono quelle che hanno imparato a conoscere quelli che seguono i Gentless3, ovvero soprattutto un folk ingiallito, quasi revival (che strizza l'occhio al post rock), che ti riporta sempre indietro con la mente. Un senso di claustrofobia attraversa tutti e quattro i brani ma non ti fa mai soffocare.
Gli arrangiamenti sembrano essere più asciutti, meno vari rispetto al penultimo album; questo rende perfettamente l'idea che c'é alla base del nuovo lavoro; un disco molto intimo, dal quale esce fuori l'ottima vena da songwriter di Natoli.

Accennavo sopra ad alcune sorprese. Sono quattro cover (disponibili solo nella versione digitale del disco) di: Leonard Cohen, Pixies, Fugazi, Deftones, riviste sotto la luce intrigante e ombrata dei Gentless. Tra tutte (davvero sono da ascoltare interamente) ne cito una, Suzanne,  interpretata egregiamente  (ma da fan di Cohen forse non sono molto obiettivo, giudicherete voi).

Altra chicca nella storia (ancora) breve dei Gentless, che dimostra come fare MUSICA (il maiuscolo non è casuale) senza seguire le mode del momento e senza scopiazzare, regala lavori affascinanti che emanano messaggi universali facendo godere chi li ascolta.








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