Primo Maggio - A Catania l'anti concertone in nome del lavoro

di William Grifò - Un altro Primo Maggio, un’altra Festa del Lavoro, un’altra piazza, ma in fondo, il concerto che si è svolto giovedì scorso, a Catania, in Piazza Università, nel cuore del centro catanese, non è stato la celebrazione del lavoro, ma anche, e soprattutto del lavoro che manca, e sul periodo di crisi che stiamo attraversando tutti, ma che in particolare pagano i giovani.

E veniamo alla musica; tante le band che si sono esibite fino a sera sul palco dell' "anti" concertone catanese. Nessun nome famoso o del momento ma un bel mix di band e di generi: come l’indie-folk dei Dirty Duck, con le voci dei due vocalist, che ricordavano rispettivamente (con le dovute proporzioni) Bob Dylan e Dolores O’Riordan, che s’impastavano perfettamente con il suono dei violini e dei tamburi, in una babele etnica molto suggestiva; il rock progressivo degli Epistheme, con tutti i giovani che “pogavano” a tempo, e qualche vecchia signora sconvolta, forse per le urla che il frontman della band ha lanciato in direzione e del Municipio, nell’intento di svegliare il sindaco dal suo “riposino” pomeridiano.

Accorate le parole verso i ragazzi, in onore del vero significato di questa “festa”: “Bisogna lavorare per vivere, non vivere per lavorare”.

E poi gli energici karbonica, che con il loro rock graffiante, si confermano ottima band nella dimensione live.

E per ribadire il concetto, sono saliti sul palco anche i musicisti del Teatro Massimo Bellini, il Cuore del Bel Canto catanese, senza stipendi da mesi, ma decisi a salire sul palco, e portare fino in fondo la loro missione.

“Ogni volta che pagate un biglietto, è come se pagaste le ore di sacrifici, di allenamento, e di sudore di ciascuno di noi” ha detto uno dei tre tenori che si è esibito.

Un omaggio alla musica, certo, questo concerto, ma anche un omaggio ai giovani e al lavoro.

Nella Foto un momento dell'esibizione dei Karbonica