Majakovich – Il primo disco era meglio (Metrodora Records, 21 aprile 2014)



di Viviana Sbriglione - Il Primo Disco era Meglio, dicono loro. Io dico che ad essere decisamente meglio è il secondo. Si, perché di bands rockeggianti un po' anni ’90, un po' Faith No More, che fanno musica d’oltreoceano ce ne sono tante e i Majakovich con il loro primo lavoro, Man Is A Political Animal By Nature, erano tra queste. Ma il terzetto umbro ha saputo rinnovarsi, mettersi in gioco, raccogliere 6 anni di ricordi, esperienze, delusioni, lacrime amare e sfornare undici tracce dal sapore genuino, tutte in italiano: un’assoluta novità!

Il Primo Disco era Meglio ci presenta un rock diverso, ritmi caotici e testi ben strutturati. Gli strumenti e le voci si fondono perfettamente tra loro in un’armonia travolgente, parole forti e spesso cariche di rabbia, ma il tutto è squisitamente cantabile. Impossibile non citare brani quali La Verità (è che non la vuoi) o Devo Fare Presto, ma la mia preferita è di certo L’Hype del Cassaintegrato, è difficile non cantare almeno una volta “ed io non me lo scordo quell’inferno, faceva troppo freddo”, la frase mi rimbomba in testa ancora adesso. I Majakovich ci raccontano in (circa) 40 minuti la cruda realtà della vita, la scelta dell’italiano è azzeccatissima poiché rende il concetto ancora più chiaro, e il primo pensiero che mi viene in mente è che dal vivo devono essere davvero pazzeschi.

Il disco si sviluppa sotto la sapiente regia di Tommaso Colliva, il quale ha prodotto, registrato e mixato l’intero album. Colliva è stato il precursore, colui che ha spinto la band a ritornare in studio e li ha condotti verso una nuova e coraggiosa scelta: quella di rinnovarsi. Intraprendere nuove vie e sperimentare ambienti diversi è difficile e rischioso ma la rinascita dei Majakovich fa capire quanto ne possa valere la pena.  





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