Psicotaxi - Effect of the Head’s Mass (Aduken, 2014)






di Attilio Trovato - Che gli Psicotaxi siano una band sono abbastanza sicuro. Però le mie certezze si fermano qua. Posso dirvi i nomi dei componenti, badate però! Solo i nomi eh! I quattro, come loro stessi si definiscono, psicotici o autisti-ci sono Mopo, Andrea, Virgile e Luca.
Vi starete chiedendo perché il gioco di parole autisti-ci; beh perché loro sono gli autisti di questo taxi che corre a perdifiato nelle strade oscure di Milano, in un viaggio psicotico dove chiunque sale non rimane indifferente dal cambiamento, e quando scende dal taxi non è più uguale a prima. E i quattro autisti cambiano anche loro in continuazione, come cambia la loro musica, non meno “psico” del loro taxi. Succede che danno un passaggio a un tipo particolare, un'autostoppista d’eccezione, che chi legge “Rolling Stone” forse conosce: Manlio Benigni. Non avendo soldi in tasca per pagare la traversata, presta ai quattro talentuosi ragazzi la sua arte da paroliere. 


Nascono così Storie urbane, circondate dall’aurea elettronica e corroborante tipica degli Psicotaxi. Storie come Un Tram che si chiama Pornodesiderio, rappresentazione dell’insicurezza maschile quando il rapporto con l’altro sesso non è socialmente accettabile; oppure Il Mondo Nuovo che ricorda il famoso libro di Huxley, sia nel titolo sia nel senso di estraniamento usato per descrivere un società difficile da immaginare come utopica. Sono parole che lasciano il segno quelle di Benigni, cosi come lasciano il segno le musiche  dei quattro ragazzi milanesi. 

Tutto questo e forse altro sono gli Psicotaxi e l'ep d'esordio  Effect of the Head’s MassLoro dicono che probabilmente se facessimo un viaggio con il loro Psicotaxi potremmo perdere molte cose, primo fa tutti l’udito. Il mio parere è che se per ascoltare qualcosa di veramente nuovo ed interessante nel panorama musicale italiano il prezzo da pagare è l’udito, ben venga la sordità.





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