Il Museo del Capa - Live Report: Caparezza (Catania, Villa Bellini, 8 Agosto 2014)






di Attilio Trovato - L’atmosfera è elettrica, un senso d’attesa pesante che sembra quasi potersi respirare. Fin dal mattino si capisce che l’8 Agosto a Catania non è un giorno come gli altri. Il giorno del tanto atteso concerto di Caparezza è arrivato, e nessuno vuol perdersi neanche un minuto. Neanche io tra l’altro. E cosi ci si ritrova sotto il sole, quattro ore prima dell’inizio dello spettacolo.

Spettacolo, poiché chiamarlo concerto potrebbe anche essere riduttivo. Caparezza, infatti, ci ha sempre abituati a concerti non convenzionali, creando quindi grandi attese (che inventerà stavolta?), ma malgrado le aspettative Michele Salvemini, in arte Caparezza, riesce sempre ad esasperare, sorprendere, entusiasmare ed emozionare il suo pubblico. Comunque, procediamo con ordine; dopo la massacrante attesa, finalmente alle 21.00 qualcosa si smuove. Fa il suo ingresso sul palco Othelloman, per aprire il concerto. Rapper palermitano dalla battuta ahimè un po’ infelice, ci intrattiene mezz’ora. 

Ora la massa umana incomincia a sentire che il momento tanto atteso sta per arrivare, e a conferma di questa sensazione una voce metallica di donna che sembra presa da un supermercato qualunque, annuncia l’inizio di Museica. E il caro Capa ci costringe ad ascoltare questi messaggi esasperanti per una decina di minuti. Insomma, l’attesa e l’eccitazione è al massimo quando entra una matriosca con le fattezze del cantante, dalla quale, all’urlo di Museica, esce l’artista in carne e ossa. È l’inizio del delirio alla villa Bellini, e di uno spettacolo musicale e circense.

Museica è infatti un album ispirato quasi in toto da opere d’arte, e così ne deriva uno spettacolo che si snoda tra due scenografie (che rappresentano il quadro di copertina del disco, opera di Domenico dell’Osso), da sculture rappresentanti Il Toro di Guernica, il famoso quadro di Pablo Picasso o  I girasoli di Van Gogh; per non parlare del pianoforte a coda che si apre come un libro, nel topico momento di Non Siete Stato Voi o della stilografica a misura d’uomo durante Chinatown, la prima ballata di Caparezza, che parla del suo amore/bisogno per la scrittura. 

Caparezza intreccia uno spettacolo in cui nuovi pezzi e vecchi successi si intersecano, e non rinuncia al rapporto con il pubblico, a parlare con i suoi sostenitori e trasforma in interattivo il suo show. E il pubblico risponde alle sue parole, regalandogli veramente tanto affetto e confermandolo come uno degli artisti più amati e apprezzati nell’isola. A conti fatti, Caparezza ha regalato una grandissima serata di musica a Catania, come non se ne vedevano da tempo.




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