Live Report: I Radiodervish alle pendici dell’Etna (Teatro Lucio Dalla, Milo (CT), 28 Agosto 2014)






di Attilio Trovato - Calore. È questa la prima parola che mi viene in mente alla fine del concerto dei Radiodervish, svoltosi a Milo, comune in provincia di Catania, in pieno fermento culturale, famosa per aver dato i natali al maestro siciliano Franco Battiato. Mi viene in mente calore per molteplici motivi.

Innanzitutto perché non riesco a pensare ad un altro aggettivo migliore di "calore" per descrivere la voce di Nabil Salameh, il cantante di origine palestinese, che assieme al bassista Michele Lobaccaro, nel 1997, formò definitivamente la band. Il secondo motivo per il quale mi viene in mente la parola “calore” è perché è ciò che ho provato per tutta la sera al Teatro “Lucio Dalla” di Milo. Non per la temperatura, ma per l’atmosfera creata dalla band. È infatti, quella dei Radiodervish, una musicalità che ti avvolge, che ti riscalda come una coperta. Rassicurante e protettiva ti culla tra armonie orientali e sonorità rilassanti. Una sensazione magnifica. 

Tra i primi esponenti della world music in Italia, i Radiodervish arrivano a Milo con il loro ultimo disco, Human, la cui canzone principale Stay Human è un tributo a Vittorio Arrigoni, giornalista morto sulla striscia di Gaza, il quale usava finire i suoi articoli proprio con questa frase. I due musicisti, accompagnati dal fedele Alessandro Pipino a tastiere/diamonica/fisarmonica, portano nel paesino siciliano uno spettacolo fatto di bella musica, con un ospite d’eccezione: Franco Battiato.

Il trio mette in luce quelli che sono sempre stati i loro tratti caratteristici: lo stretto legame con la cultura e la musicalità orientale e un profondo messaggio di pace e integrazione tra i popoli. E cosi servendosi di ben quattro lingue ( inglese, arabo, francese, italiano) Nabil ci racconta le storie che ha scritto in questi 14 anni di carriera. Dai vecchi successi come Rosa di Turi (tratto da una delle lettere che Gramsci scrisse in carcere) a quelli nuovi come Velo di Sposa (per ricordare la tragedia di Pippa Bacca). E giù a ballare con Centro del Mundo e a cantare con L’immagine di Te e a stringerci l’un l’altro con L’esigenza

Come ho detto all’inizio, vero e proprio calore. Ed inaspettatamente il pubblico catanese ha risposto molto bene, con un teatro che contava pochi posti vuoti, e con una partecipazione davvero inaspettata per un pubblico che so difficile come quello siciliano. E' stato un vero piacere assistere a questo concerto. Ovviamente stiamo parlando di un tipo di musica di nicchia, e qui (come d’altronde in ogni altra cosa) valgono moltissimo i gusti di ognuno; non pochi infatti si sarebbero alzati a metà, non attratti da questo tipo di musica. 

Vivi e lascia vivere è il mio motto, con ovviamente il suggerimento di non estirpare mai completamente la curiosità; non fa mai male ascoltare un tipo di musica diverso, soprattutto quando a cantare quel tipo di musica c’è una voce meravigliosa come quella di Nabil. 

Detto questo, alla prossima!








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