Mach Shau - Things Happen in Winter (Moquette Records, 2014)




di Drake D'Aquino Solitaire  - Prima di poter incollare il mio delicato sederino alla sedia e scrivere, devo fare i miei soliti rituali, che consistono nel preparare il caffè e rollare una sigaretta. Alla mia prima recensione vi voglio presentare la band milanese dei Mach Shau composta da Luca Viganò (Voce/chitarra), Lorenzo Galbiati (Chitarra/cori), Gabriele Galbusera (Basso/corri) e Roberto Romagnano (Batteria). 


L’espressione Mach Shau proviene dagli oramai lontani anni sessanta, quando i Beatles venivano incitati al folle grido “Mach Shau”  – tradotto in italiano "fare casino" - nel quartiere a luci rosse Reeperbahn  di Amburgo. I Mach Shau sono un’emanazione di quello spirito. Il loro sound  è influenzato dalla corrente rock’n roll, punk, stoner e psychedelic. 

Hanno da poco sfornato la loro ultima creazione intitolata Things Happen in Winter (le cose succedono solo in inverno). L’EP contiene sette tracce. Tutte le canzoni sono scritte e interpretate dai Mach Shau. Quando ho preso tra le mani l’EP non ho potuto non fare caso all’ intrigante copertina, così sono andato a rileggere il comunicato di presentazione e ho scoperto che la band ha voluto giocare e snodare tutte e sette le tracce "su un contrasto, partendo dal paradosso visivo della copertina nella quale il titolo fa a pugni con uno scenario estivo, desolato e immobile. L’immagine rappresenta qualcosa di fuori posto, di sbagliato, nel quale i personaggi che ci abitano sono figure rimaste fuori, esclusi dai sogni che avrebbero voluto vivere, dalle “cose” che  avrebbero voluto veder succedere, ma anche dal loro stesso tempo, sedute al lato della strada a rimpiangere un altrove mai esistito"

L’intero album è orecchiabile e travolgente, le chitarre si ritagliano lo spazio necessario tra la batteria e il basso, conferendo un’impronta classica rock’n roll  e punk e soddisfacendo in larga scala l' ascoltatore. Sound corposo è caldo, pazzesco nel ritornello di Re-turning Birds l’introduzione dell’armonica (suonata da Matt Bordin) e un peccato che poco a poco il disco si spegne seppur riesce a deliziare fino alla fine. 

L’EP è stato registrato e mixato da Matt Bordin  (The Mojomatics) con attrezzature analogiche presso lo studio di registrazione “Outside Inside Studio“ di Treviso con attrezzature  analogiche.  In Things Happen in Winter ci sono finiti quasi 10 anni di musica insieme, di rock’n roll, psychedelia e polvere,  con la voglia di non essere mai cool.



Voto: ♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫










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