Morning Tea - Nobody Gets A Reprieve (Sherpa Records, 25 Settembre 2014)

                                                       




di Daniele Pappalardo - Quando Peckinpah parte, tra tastiere appena accennate e intrecci di chitarre acustica che fanno da colonna portante ad una voce cantautorale  e soffusa, si ha già la sensazione di ritrovarsi davanti a qualcosa di tanto gradevole quanto familiare.

Quella dietro al progetto Morning Tea  (Mattia Frenna: Scrittore, chitarra acustica, chitarra classica, melodica, percussioni, voce; Tomas Tai: piano; Matteo Cantaluppi: registrazioni addizionali) infatti è una musica che non vuole impressionare o essere innovativa, ma che attinge a piene mani dal folk e dalla musica da camera, cercando di coinvolgere attraverso la propria emotività. E così Nobody Gets A Reprieve regala un susseguirsi di brani spontanei un po' troppo lineari ed omogenei ma che colpiscono per la capacità con cui riescono ad evocare proprio quello che vorrebbero, mettendo davanti all'ascoltatore atmosfere intimiste e scorci di paesaggi melanconici. 

Non mancano momenti in cui le carte vengono leggermente mischiate, aggiungendo più varietà all'album, vedi le tastiere avvolgenti di Last Night o il piano di The Free World, che via via accompagnano la voce di Mattia Frenna in uno dei momenti più intensi del lavoro.

Da segnalare la conclusiva If There Was A Start This Could Be The End che senza stravolgere nulla si fa comunque notare guidandoci verso la fine, con quello che, tra accordi particolarmente sentiti ed una voce che quasi duetta con se stessa, è forse il brano migliore. 

Il debutto di Morning Tea con Nobody Gets A Reprieve, ricalca  perfettamente gli ambienti tipici del genere, e nonostante risulti per certi versi acerbo, non riuscendo ad emergere e distinguersi molto da quello che hanno da offrire altri lavori simili, sa comunque intrattenere  in modo piacevole, meritandosi, grazie alla sua spontaneità l'ascolto, non solo di chi apprezza il genere.




Voto:  ♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫













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