World on Fire: nulla di più del solito Slash (Dik Hayd International, 16 Settembre 2014)





di Manuele Foti - A smuovere un po’ l’aria arriva l’ultimo lavoro discografico di Slash, leggendario chitarrista che, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, è entrato di diritto nella storia della musica moderna insieme agli altri membri dei Guns‘n Roses.

Il suo nuovo album, prodotto con la collaborazione dei Conspirators  e di Myles Kennedy, frontman degli Alter Bridge, è solo uno dei suoi tanti lavori da solista, nel quale Slash ha voluto rimarcare per l’ennesima volta il suo stile compositivo.

Infatti, assodato che nel genere dell’hardrock il nostro chitarrista è certamente il top, questo album, intitolato World on Fire, ripercorre esattamente riff, assoli e ritmi propri dei Guns ‘n Roses (la voce invece no, forse perché quella di Axl Rose è troppo particolare per essere riprodotta fedelmente). Questo certifica quindi un’indubbia qualità e gradevolezza di ascolto, ma tuttavia a distanza di oltre 30 anni ci si sarebbe aspettato qualcosa di diverso da Slash. È vero che un musicista deve seguire il proprio istinto compositivo, ma è altrettanto vero che l’evoluzione artistica di quest’ultimo è un processo inconscio ed irreversibile. Anche perché le solite pentatoniche che abbattono la velocità del suono e i soliti giri galoppanti e distorti potrebbero stufare a lungo andare.

A ragion per cui potremmo pensare che queste produzioni, seppur molto gradevoli e di spessore artistico, abbiano come unico (e tanto commerciale) interesse quello di garantire buone vendite, pescando ancora una volta dai patiti di Appetite for Destruction, per intenderci. 



Voto:  ♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫



















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