Flying Lotus - You're Dead (Warp Records, 6 Ottobre 2014)

                                                             


       

di Daniele Pappalardo - You're Dead! è l'ultima fatica con cui Steven Ellison, aka Flying Lotus, si ripresenta sulla scena elettronica contemporanea, a due anni di distanza da Until The Quiet Comes.

E' difficile mantenere alto il livello e reinventarsi ad ogni uscita, soprattutto quando la propria musica è già stata una tra le più innovative dell'ultimo decennio, ma per l'artista losangelino l'evoluzione viene quasi naturale e con il suo quinto album in studio ci propone un ulteriore passo in avanti verso la propria percezione di musica. You're Dead! suona come il lato più sincero di Lotus, che dopo aver da sempre esternato tra le sue influenze il jazz (con Cosmogramma sopratutto), qui lascia che la sua elettronica si abbandoni totalmente ad esso, quasi come a creare un contatto naturale con gli zii Alice e John Coltrane, vera e propria leggenda del genere e della musica in assoluto.

38 minuti che suonano come un flusso unico, da ascoltare d'un fiato, in quello che sembra un viaggio mentale verso la morte (concept dell'album), in cui oltre a delle jazz-track piene della nuova influenza, vedi: ThemeTesla, Cold Dead, Fkn Dead, nelle quali le percussioni acustiche duettano con chitarre e piano, troviamo molte reminiscenze passate che musicalmente hanno caratterizzato il sound Lotusiano, tra assoli fusion di chitarra, già intravisti in Cosmogramma, atmosfere dilatate e rarefatte dovute al precedente Until The Quiet Comes e quel Trip Hop notturno tanto caro a Los Angeles e che spesso fa capolino nel nuovo disco (Coronus, The Terminator, Turtles, Eyes Above, Obligatory Cadence).

In mezzo, anche svariate collaborazioni; classiche quando si tratta di Niki Randa e Thundercat, che qui si esibiscono in dolci cantilene (Your PotentialThe Beyond) e tetri cori psichedelici (Descent Into Madness), e più rare quando ci si imbatte nell'ipnotico canto da sirena con Angel Deradoorian (Siren Song), o nel trittico rap Dead Man's Tetris, The Boys Who Died In Their Sleep (accompagnato dal suo alter ego Captain Murphy e Snoop Dogg) e Never Catch Me, singolo dalle liriche splendide con Kendrick Lamar; una congiunzione di idee e generi che come mai prima ad ora trovano una perfetta armonia e che come il resto si mostra del tutto, soltanto dopo qualche ascolto. 

Chiude il cerchio The Protest, che mescolando presente e passato, si fa giusto portabandiera di quanto ascoltato finora, regalando un buon finale a quello che quasi riesce nell'impresa, dopo Los Angeles e Cosmogramma, di essere il terzo capolavoro di quest'artista, e che invece non arriva ad esserlo, non a causa della musica ma dell'inconsistenza di cui l'album è composto, che più che meravigliosi brani regala spesso solo degli assaggi, con track che parecchie volte sono fin troppo brevi risultando essere più vicine a delle intro che ad altro; squarci di classe che Ellison ci mostra come a farci vedere di cos'è capace ma a cui non da piena vita; una bellezza che affascina ma che è troppo breve e che ha l'effetto di non riuscire in parte a far sbocciare il potenziale del lavoro.

Rimane comunque qualcosa di inarrivabile per molti "You're Dead!". Con questo disco Flying Lotus ci mette davanti una visione della morte mirata a coglierne la bellezza e tutti i sentimenti e le riflessioni che essa porta, evolvendo ulteriormente quello che è a tutti gli effetti il jazz del nuovo millennio.




Voto: ♫♫♫♫♫♫♫♫♫









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