Francobeat - Radici (Brutture Moderne, 14 Ottobre 2014)






di Salvatore La Cognata - Franco Naddei, al secolo Francobeat è un cantautore e polistrumentista emiliano al suo terzo lavoro dopo Vedo Beat del 2006, e Mondo Fantastico del 2011. Col suo nuovo lavoro intitolato Radici, Naddei alza il tiro delle sue ambizioni confezionando un lavoro molto particolare e degno di attenzione.

Il disco nasce e viene concepito insieme agli ospiti della comunità  per infermi psichici Radici di San Savino (Riccione), e si avvale anche di prestigiosi ospiti tra i quali l’ex Quintorigo John De Leo
Ne viene fuori un lavoro stratificato e multiforme, contornato anche da rumori ambientali ed estratti spoken word, filastrocche semplicemente disarmanti, nella loro dolorosa semplicità, ed invitano a riflettere su quanto sia spesso labile il confine tra arte e ciò che viene comunemente e sommariamente definita follia o diversità. 

Sul piano strettamente musicale non è facile trovare la bussola; si va dal cantautorato classico, a quadretti free form, dal folk elettronico a momenti festanti come l’iniziale Belluno. La poetica e struggente Io Ero Bellissima lascia quasi senza fiato per la sua intensità, mentre Le Mie Meraviglie va a toccare territori vicini ai Boards Of Canada e i momenti rilassati dei Lali Puna

Tutto risulta essere imprevedibile e a tratti spiazzante anche se dopo le sorprese iniziali comincia a venir fuori un leggero senso di tedio e spaesamento. Il risultato finale è un po’ sfilacciato e rimane comunque in superficie senza particolari sussulti e si ha l’impressione che ci sia troppa carne al fuoco ma quello che rimane alla fine è solo quel fastidioso odore di affumicato sui vestiti, e una fame atavica che buca lo stomaco. 

A parte due o tre episodi un disco confuso e inconcludente.



Voto: ♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫








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