di Sisco Montalto - Di nuovi cantautori italiani ce ne sono un bel po' in giro per lo stivale (e anche fuori in questo caso), basta riuscire a scovarli, magari grazie ad uffici stampa in gamba o ad una ricerca (maniacale) sul web, operazione non molto semplice a dire il vero.
Olden è certamente uno di questi. Al suo secondo disco, il cantautore perugino trapiantato a Barcellona, dimostra di avere delle interessanti idee da proporre.
Nel complesso a molti (compreso me), Sono Andato a Letto Presto, non suonerà particolarmente nuovo, e non è per forza una cosa negativa, ma se dovessimo fermarci a questo, Olden potrebbe sembrare uno dei tanti artisti che hanno ben assimilato la vecchia scuola italiana (De Gregori su tutti, Tenco, e altri ancora) cercando di riproporre certe sonorità ancora affascinanti e tipiche, che non per forza però riescono a catturare l’attenzione.
In effetti, Sono Andato a Letto Presto, è un disco che ha una forte caratterizzazione italiana, unita ad una ottima capacità di scrittura che pur nella sua semplicità riesce a centrare le corde emozionali di chi ascolta il disco, o magari solo l'attenzione di chi non è molto vicino a certe sonorità e generi. Storie normali, di amore e disillusione, che Olden riesce a rendere interessanti e magiche, grazie anche agli arrangiamenti quasi acustici, a tratti spagnoleggianti (o folk alla Capossela, se si vuole).
I brani, tutti vari e allo stesso tempo legati da un filo comune quale l’ironia, il sarcasmo e la romanticità, spaziano dalle ballad più leggere a quella intimiste, e potranno sicuramente soddisfare gusti diversi.
Tra le tante, Febbraio, è uno dei pezzi più intensi e retrò del disco; così come la romantica Perugia, e Senatore Bailey, brano legato ad una scena dell’indimenticato capolavoro di Sergio Leone, C’era una volta in America, film che sembra avere fortemente ispirato Olden (anche nel titolo).
Voto: ♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫
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