Protestantesima: il ritorno di Umberto Maria Giardini - Intervista




Umberto Maria Giardini - Intervista



di Sisco Montalto - Protestantesima, segna il ritorno di Umberto Maria Giardini. Dopo gli ottimi e apprezzati dischi: Ognuno di noi è un po' Anticristo e La Dieta dell'Imperatrice, Giardini ritorna con un nuovo lavoro, e ancora una volta centra il bersaglio.

Protestantesima, approfondisce l'esperienza dei dischi precedenti, continuando nella strada che UMG ha scelto, dopo aver messo la parola fine al progetto Moltheni. Allo stesso tempo però Giardini continua la sua evoluzione, e in questo ultimo lavoro affina ancora di più la scrittura dei testi e tenta nuove virate sonore. 

Il risultato è un lavoro tagliente nei contenuti e schietto, che non usa giri di parole per esprimere i punti di vista dell'artista, mantenendo un'efficace impronta poetica. 
Le atmosfere retrò sembrano ormai essere una costante di UMG. 
Protestantesima, chiarisce ancora una volta che Giardini è un artista libero, che si tiene fuori dalle cricche e non ama ripetersi e cavalcare le ondate modaliole..

Non potevo farmi scappare l'occasione e così, a distanza di qualche anno dall'ultima intervista a UMG, ho voluto risentirlo e capire meglio cosa c'è dietro la nascita dell'ultimo album...

-Protestantesima è per te, la continuazione di “Ognuno di Noi è un po' Anticristo” e anche forse de “La Dieta dell'Imperatrice”? 
"No, assolutamente no. Protestantesima non è la prosecuzione di nulla e non ha lo scopo di ricercare niente di particolare. E' semplicemente il successivo lavoro a due precedenti, E' solamente un ottimo disco di musica rock, nulla più."

-Quando nel 2012 tornasti con la dieta dell'imperatrice, tra le altre cose, dicevi che il disco era anche un modo per capire se c'era ancora spazio per te nel panorama musicale italiano: eri abbastanza critico riguardo il “mondo” indipendente attuale. A distanza di un paio d'anni, hai capito se c'è ancora spazio per te e che tipo di spazio?
"In due anni sono cambiate tantissime cose. Lo spazio che io ricopro all'interno della musica indipendente italiana è microscopico e quindi ininfluente con tutto ciò che lo alimenta e lo caratterizza sia nel bene che nel male. Credo che ci sia ancora spazio per la mia musica nel panorama italiano, ma è anche vero che mi sto allontanando da tutto ciò che mi circonda all'interno di esso, quindi potrei avere i mesi contati."

-Il titolo Protestantesima, nasce da una voglia di provocazione o ha un significato esatto?
"Protestantesima non vuole essere un titolo provocatore, ma suonava bene con il modo in cui ragiono negli ultimi anni nell'approccio alla vita in generale. Mi sono molto chiuso verso l'esterno e tutto (o molto) spesso appare ai miei occhi prevedibile e noioso e malfatto. Protestantesima ripercorre una sorte di solco che nella mia mente pare sia stato già  tracciato da mia madre scomparsa l'anno scorso. Io sto riprendendo il filo logico lasciato da lei, secondo il quale la vita è una cosa meravigliosa ma rovinata dagli uomini, specie da quelli italiani."

-I testi del disco sono molto lucidi nel fotografare una situazione sociale (e non solo) precaria. Quanta importanza hai dato ai testi dell’album, all’estetica di questi?
"Nel mio lavoro i testi sono determinanti per la completezza di un album. Moltissime persone mi lusingano di questo e si complimentano con me della loro puntuale riuscita, nonostante io sappia benissimo quanto non sia importante in Italia oggi scrivere bene. Lo dimostrano tutti i dischi che vendono migliaia di copie e in cui i testi sono quasi sempre pietosi (sorrido). Lo stesso vale nel mondo dell'editoria dove sono le case editrici più grandi e potenti a dettar legge sulle vendite, chissà perchè....questo per dire che, la cosa che più ha importanza nei miei lavori, E' il giudizio di chi conosco e di chi mi vuole bene, tutti gli altri non sono credibili, perchè distratti o con giudizi di parte che si smentiscono in qualsiasi occasione di confronto."

-Musicalmente ci sono delle novità nel disco. Anche questo fa parte di una voglia di intraprendere nuove strade (sonore) o è semplicemente frutto del caso?
"Nell'uno nell'altro. Anche in questo caso dipende dal periodo di pre-produzione (solitamente lungo) in cui accadono cose in studio con la chitarra a volume molto alto. Ogni disco si differenzia dall'altro perchè il tempo scorre e nulla si ripete. Ovviamente i lavori sono stimolati, ispirati, e scritti anche sotto l'influenza di altri elementi della vita, quindi la loro differenziazione è frutto di questo processo di mescolanza di reazioni chimiche e di emozioni che vanno e che vengono, fatto sta che i legami restano, sono nascosti, addormentati, basta saperli scorgere e poi leggere."

-Cosa ti aspetti da Protestantesima e più in generale, quando costruisci un nuovo disco? Ti poni già prima degli obiettivi, delle aspettative, pensi alle reazioni che provocherà? 
"Quando scrivo un nuovo album in genere non penso, questo abbandonarmi al nulla mi da tanta serenità  e mi accompagna per mano verso il percorso di realizzazione dello stesso. Mi rende più lucido e quindi sempre collegato alla realtà, legame dal quale non saprei distaccarmi per nessuna ragione. Tuttavia nella scrittura amo anche trasportarmi sempre nell'onirico, o per meglio dire in una condizione in cui lo spazio e il tempo non interagiscono più tra di loro, in cui il sogno e l'oggettivo corrono fianco a fianco guardandosi e riconoscendosi a vicenda."

-Alla prossima, grazie!

"Un abbraccio caro"














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