Di Viola Minimale - Niente Fascino (Autoprodotto, 17 Aprile 2015)




Ragusa, dischi, musica



di Salvatore La Cognata - Ritornare a scrivere, ritornare a vivere! Continuo a ripetermi questa frase ossessivamente da mesi e mesi. Imbottigliato nel traffico della mia mente, col passaggio a livello ancora chiuso, cercando affannosamente uno svincolo, un' uscita preferenziale, un imbocco che mi permetta di riappropriarmi di pensieri e voglie ormai da tempo sopiti e sospesi nelle pieghe di questi giorni difficili e rognosi, assurdi e kafkiani.

Scavare nel tempo e nei ricordi per tornare a riscoprire allo specchio un sorriso ed una serenità dimenticata. Respiri profondi ed auto guarigione, bisogno di silenzio e introspezione; liberarsi dalle scorie inutili della mente e tenere solo il necessario per alleggerire la valigia ed affrontare ciò che qualcuno chiama futuro con un' inedita leggerezza e il giusto distacco….si!! Tornare a scrivere….tornare a vivere! 

L’occasione che mi si presenta è una di quelle che non bisogna assolutamente lasciarsi scappare, da prendere al volo come un chiaro segno dal cielo. Mi ritrovo a fissare in modo catatonico la tastiera del pc, cercando di allontanare le innumerevoli distrazioni. Sfiorando con le dita il nuovo lavoro della band ragusana dei Di Viola Minimale, mi rendo conto che nulla accade per caso, che esiste un disegno misterioso e insondabile e che il mio ritorno alla scrittura non poteva che avere come argomento la recensione di questo nuovo lavoro intitolato Niente Fascino

La storia dei Di Viola Minimale ha toccato lo scorso anno l’importante traguardo del decimo anno di attività, un' avventura cominciata nel marzo del 2004 da un progetto di Davide Cusumano, con la collaborazione della bassista Roberta Corallo, ed ha visto susseguirsi ed avvicendarsi una folta schiera di amici e collaboratori, contribuendo a crearne un piccolo culto tra gli appassionati. 
Raro esempio di coerenza e dedizione la band giunge al terzo lavoro sulla lunga distanza dopo due demo e un e.p. La Dimora del Colore

Nell’ultimo periodo i DVM hanno  dovuto affrontare varie tribolazioni, difficoltà ed avvicendamenti, come la defezione della bassista (qui ancora presente) e l’ingresso in pianta stabile del batterista Andrea Sciacca, di Giulio Di Salvo alle chitarre e di Gianpaolo Cassarino alle tastiere e violino.

Le otto tracce di Niente Fascino giungono alle nostre orecchie come qualcosa di necessario e definitivo; la voce e le parole di Davide Cusumano non concedono nulla alle facili strizzate d’occhio o ad una minimo alleggerimento delle tematiche che in questo caso non guardano più ai paesaggi interiori e ad una lisergica introspezione ma si aprono verso l’esterno, diventano polemiche e rabbiose, urlano che il mondo, questo porco mondo ha il potere di scalfire anche l’anima più forte e impermeabile, l’orrore del quotidiano e l’infinita cattiveria contribuiscono molto spesso a corrompere i nostri percorsi interiori e tutte le migliori intenzioni. 

Niente Fascino è il lavoro di una band coesa e affiatata, un incastro perfetto di quattro anime che sfornano un lavoro livido, piacevolmente urticante, teso, intenso ed elettrico, con liriche e melodie mai così ispirate. Si….niente fascino, nessun selfie con la boccuccia a culo di gallina, non c’è proprio niente di cui gioire o gongolare. E’ tempo di alzare la testa e di far sentire il proprio dissenso, è tempo di rimboccarsi le maniche, di cominciare a puntare i piedi. 

La opening track Microsecondi di Conquista (inutili) si appoggia su degli arpeggi ipnotici e una batteria tribale in odor di new wave, con un incedere dark ipnotico, sembra essere sospesa a mezz’aria, eterea e carnale allo stesso tempo, squarciandosi nel finale in una deflagrazione elettrica e disperata ed una sottile melodia liberatoria che si insinua paurosamente sotto pelle. 

Risposte Sbagliate, sfodera una cantilena beffarda ad alto contenuto psych, per poi trasformarsi in un rabbioso noise nella coda. Nessuna Strategia  rompe un po’ gli schemi e risulta inedita nel repertorio della band; uno spoken word incalzante dal sapore 90’s, tra derive industriali e atmosfere circolari da perversa catena di montaggio, polemica e obliqua, un sorprendente mantra che riesce a coniugare passato e futuro senza risultare stucchevole. 

Dalla quarta traccia in poi (La Macchina che ha Cambiato il Mondo) le atmosfere cominciano a farsi più rarefatte, come se si precipitasse in un enorme e misterioso buco nero. Una voce filtrata e quasi robotica si fa spazio tra sperimentazione e un oscuro post rock dell’anima, toccando territori che ricordano vagamente lo space rock degli Hawkwind, derive gonghiane e suggestioni kraut

Si incomincia a lievitare, toccando da vicino le porte del cosmo ed anche la successiva Disordine Pianificato sembra essere sospesa in aria su una bolla di sapone. Dalle nebbie e dai fumi lisergici comincia a farsi spazio una chitarra acustica che ti rapisce per la sua drammaticità ma ti permette in qualche modo di vedere la luce, la melodia si fa spazio lentamente e capisci di essere proprio in cima alla montagna. 

Canzone Obbligata è probabilmente l’episodio più accessibile del disco, un' irresistibile ballad che sfiora la perfezione, un guizzo di classe che ti lascia senza fiato e spazza via la maggior parte dei pezzi indie nostrani dell’ultimo lustro stampandosi in testa e occupandone abusivamente le stanze, creando una piacevole dipendenza. Le atmosfere ritornano a farsi più incalzanti ed elettriche con Ripetizioni che omaggia in lontananza il periodo del consorzio, il cantato quasi recitato risulta oppressivo e claustrofobico con le chitarre che tagliano e feriscono come un vetro appuntito. 

Il congedo è affidato a Disordine che riprende il discorso di Disordine Pianificato ma in chiave elettrica e rumorosa, e suona come una liberazione, una sorta di ritrovata serenità e consapevolezza, probabilmente uno degli apici del disco. 
Niente Fascino ci consegna una band  in stato di grazia e probabilmente traccia un importante punto di partenza per un futuro ancora pieno di suggestioni e piacevoli sorprese, un disco che ha fatto da colonna sonora in questi miei giorni confusi e violenti e che mi ha fatto tornare la voglia di scrivere e raccontare….e non e’ cosa da poco! Bentornati!





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