di Sisco Montalto - Il nuovo lavoro di Richard J. Aarden - Stolid & Bruised - è la naturale colonna sonora di un autunno appena cominciato. Non solo l’autunno del tempo ma anche quello dell’anima, che Aarden canta nel suo secondo intenso disco.
Stolid & Bruised in appena cinque tracce (numero perfetto per il genere proposto) riesce a trasmettere tutta la malinconia e la riflessività di un cantautore che porta con se dall`Olanda, sua terra di origine, l`attitudine a sonorità pop delicate e minimali.
Richard Aarden non cerca affatto di stupire o di inventarsi chissà quale "genialata” per catturare il pubblico, preferisce che siano i sentimenti che escono fuori dal disco e dalla sua voce intensa e non invadente, ad arrivare al cuore di chi ascolta. E` proprio questa schiettezza che fa di Stolid & Bruised un bel disco, semplicemente, di quei dischi da ascoltare nella propria intima solitudine per apprezzarne al meglio le sfumature che a primo ascolto magari non vengono carpite.
La semplicità della costruzione dei brani e il tentativo, abbastanza riuscito, di mischiare quasi timidamente sonorità elettroniche e acustiche o comunque classiche, danno sostanza ad un disco che non regala novità.
Aarden cerca anche attraverso i suoni di concretizzare l’idea ermetica e visionaria che lui ha della vita e delle cose che lo circondano. L`album è permeato da una sorta di ambivalenza: da un lato l’immediatezza di brani come Afloat, che esprimono chiaramente dei disagi in maniera abbastanza comprensibile, dall’altro invece la ricercatezza di Barefoot On Shards o Vagabond, che rappresentano bene il tentativo di Richard Aarden di raccontare/si e nello stesso tempo non dare punti di riferimento chiari, stimolando così la fantasia di chi ascolta.
Richard Aarden con Stolid & Bruised ha creato un album che certamente puo’ rientrare nel filone indie di questi tempi, ma, che a differenza di molti lavori impalpabili, riesce con garbo a lasciare il segno.
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