di Sisco Montalto - I Sakee Sed ritornano sulle scene indie portando, come ormai sembra essere consuetudine, una ventata di reale freschezza rispetto al panorama underground italiano attuale sempre più legato all'omologazione.
Il duo bergamasco rimane lontano dalle tendenze del momento preferendo sviluppare la propria musica e le proprie idee senza farsi influenzare da quello che c'è intorno. E così anche il nuovo disco - Harcore da Saloon - prosegue per questa ideale strada, regalando a chi lo ascolterà momenti sicuramente originali.
Sperimentazione non ossessiva o forzata che cerca in ogni momento il suono e l'atmosfera diversa e particolare, legandola perfettamente ai testi surreali, a tratti dal sapore nonsense, con un sarcasmo velato a fare da contorno in certi momenti. Il risultato finale è assolutamente sorprendente. Potremmo pensare, senza nessun termine di paragone, ad un moderno Frank Zappa, per la bravura nel saper incanalare le proprie visioni in momenti musicali assolutamente istrionici.
Sperimentazione non ossessiva o forzata che cerca in ogni momento il suono e l'atmosfera diversa e particolare, legandola perfettamente ai testi surreali, a tratti dal sapore nonsense, con un sarcasmo velato a fare da contorno in certi momenti. Il risultato finale è assolutamente sorprendente. Potremmo pensare, senza nessun termine di paragone, ad un moderno Frank Zappa, per la bravura nel saper incanalare le proprie visioni in momenti musicali assolutamente istrionici.
I Sakee Sed sono una mina vagante e come tale non prevedibili. Harcore da Saloon ha intrinseca proprio l’imprevedibilità che incuriosisce l’ascoltatore tenendolo attento agli sviluppi del disco pur non essendo questo un lavoro di impatto immediato.
Le sonorità dal sapore vintage che i SS avevano dimostrato di amare particolarmente nei lavori precedenti, in Harcore da Saloon lasciano spazio (ma non troppo) a nuovi intrighi sonori che strizzano l'occhio maggiormente al moderno (l'unica band che viene in mente ascoltando il disco sono i Verdena), se non altro per l’utilizzo di nuova strumentazione, senza mai dare però riferimenti certi. Da un brano e l'altro si viene sbalzati e strigliati entrando in un vortice che difficilmente si potrebbe etichettare e non avrebbe neanche senso farlo.
Pollo e Mandorle è forse la traccia che riesce bene a riassumere l’esigenza della band di non amare nessun tipo di schema. Ma è una estremizzazione e volendo tralasciarla rimane Harcore da Saloon nella sua interezza. Da ascoltare per un viaggio che regalerà significativi flash mentali.
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