Blastema - Tutto Finirà Bene (Ostile Records, Ottobre 2015)








di Sisco Montalto - Nei giorni in cui vengono presentati come da abitudine i (soliti) nomi che animeranno l'edizione 2016 del Festival di Sanremo, ascoltare il nuovo disco dei Blastema - Tutto Finirà Bene - acquista in qualche modo un significato diverso. Loro dal quel circo mediatico (che ha sempre meno legami con l'arte e sempre più con il varietà condito da volti noti dell'ultima ora, spacciate per nuove star  ad uso e consumo di bulimici fans e dell'audience) ci sono passati, dimostrando anche grande qualità e forse proprio per questo poi hanno proseguito per la loro strada artistica in assoluta libertà, lontani da quel modo di concepire la musica.

Tutto Finirà Bene è una sorprendente evoluzione della musica dei Blastema. Dal loro primo lavoro di qualche anno fa, Pensieri Illuminati, che li aveva fatti conoscere ed apprezzare ai più attenti, c'è una maggiore bravura nel mischiare ottimamente e ordinatamente sperimentazione sonora, testi e interpretazione. Rimane l’innata capacità a mettere insieme brani dalla melodia accattivante, mai ruffiana, con l'esigenza di non cedere ai cliché del mercato discografico e del pezzo da classifica. 

Tutto Finirà Bene è permeato da un alone di cupa malinconia che rispecchia la vita e il percorso che ognuno di noi fa in maniera più o meno difficoltosa. Rispetto al passato c'è una attenzione particolare alle sonorità ricche in qualche caso intricate, combinate efficacemente in modo tale da non prevalere l'una sull'altra.

Il rock (giusto per volerlo per forza catalogare) ombrato dei Blastema rimane intatto però in quest'album viene condito e arricchito da sonorità sintetiche forti (synth, pad, arpeggiatori) che non trasfigurano lo stile della band ma anzi lo impreziosiscono, dando quella forte sensazione di ricerca continua di qualcosa di nuovo o semplicemente qualcosa che rispecchia fedelmente i bisogni attuali della band. 

Il ricco tappeto sonoro fa da perfetto sfondo (che in fin dei conti sullo sfondo non lo è mai) ai testi che ancora una volta evidenziano la bravura dei Blastema nel raccontare i propri stati d'animo, senza essere banali e neanche eccessivamente pesanti e artificiosi, creando in alcuni passaggi dei veri e propri momenti di poesia moderna. A chiudere il cerchio è la voce di Matteo Casadei, mai sopra le righe ma intensa in ogni istante e crepuscolare. 

Un disco maturo che con la sua dinamicità lascia il segno con intelligenza. 





♫♫♫♫♫♫♫♫♫











Commenti