Venus in Furs - Carnival (Phonarchia Dischi, 5 Febbraio 2016)








di Sisco Montalto - I Venus in Furs sono tornati dopo quattro anni dall'ultimo disco con un nuovo lavoro dal titolo Carnival, che mantiene inalterata l'attitudine della band pisana ad un rock dalle sonorità aspre e senza troppi fronzoli e certifica la grande consapevolezza che hanno i toscani nei propri mezzi e la personalità, in questo disco ancora più evidente che in passato. 

C'è si il richiamo a band attuali come gli Zen Circus su tutte, che in vari momenti di Carnival sembrano essere gli ispiratori maggiori, in particolare nella voce e nella stesura di alcuni testi. Ispirazione che non intacca affatto la sostanza e la qualità del disco, che non da mai l'impressione di essere un insieme di cose già sentite anche se magari non è così probabilmente. 

Carnival è un concentrato di energia rock-punk, che fa delle sonorità distorte e dirette il proprio punto nevralgico, riuscendo ad apparire allo stesso tempo istintivamente d'impatto ma piacevole all'ascolto rilassato, grazie ad un ritmo che si mantiene elevato, vario e abbastanza orecchiabile ed intuitivo fino a sfiorare un pop non smielato ma accattivante.

Il pessimismo che sta alla base del disco viene mitigato dal sarcasmo e dalla pungente ironia sempre presente nei testi. Qualità accentuate dall'interpretazione vocale di Claudio Terreni, quasi sbruffona e annoiata, senza dubbio l’elemento che da maggior fascino al disco.

Tra i brani migliori che riassumono bene Carnival ci sono: Giulio, Nazisti e Ogni Maledetta Domenica. Oltre alla movimentata e riuscita cover  Prisincolinensinainciusol.






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