Silvereight - Left Hand (Riff Records, 10 Giugno 2016)






di Sisco Montalto - Con i Silvereight si torna indietro, in un vortice di ricordi, ai gloriosi anni 90, quelli dell'hard rock ma sopratutto del grunge sporco e distorto. Anche se ad essere precisi Left Hand non è solo questo ma è anche tanto blues, sparso qua e là. 

Sicuramente viaggiare su certi binari ben conosciuti è sempre una sicurezza anche se bisogna avere le giuste coordinate e Federico Silvi (anima del progetto) sembra conoscerle a memoria. E pazienza se certe sonorità non lasciano spazio alle novità e se vogliamo all'originalità. Meglio un prodotto come Left  Hand, che è quasi un omaggio ad uno splendente periodo del rock, anzi che creare dischi forzatamente moderni ma di poca consistenza. 

Left Hand ha al contrario tanta sostanza. Silvi ci trasporta in un viaggio emozionale e ideale in una Seattle dai contorni non ben delineati ma certamente riconoscibili. Ascoltando Left Hand sembra quasi di vivere le atmosfere uggiose e fredde di un tipico inverno nella città statunitense. From Space, Cruel o Black Day così diventano la perfetta colonna sonora per questo viaggio immaginario. 

Left Hand ha però il pregio di non appiattirsi e nella sua pur breve durata ci regala pure delle virate tra la psichedelia anni 60, con l'organo psichedelico di Wide Heart, ad esempio. 

I Silvereight hanno creato un album divertente, che riesce magistralmente a sintetizzare diverse attitudini rock e per questo molto piacevole da ascoltare, ancor di più se si hanno ben in mente gli anni 90.






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