Collettivo Ginsberg - Tropico (L’amor mio non muore/IRMA, 30 Settembre 2016)










di Sisco Montalto - Il Collettivo Ginsberg (già dal nome promettono visionarie immagini sonore) torna dopo tre anni di silenzio e lo fa in grande stile. L'album del ritorno,  Tropico, è qualcosa di più di un semplice disco di musica. 


In dieci tracce, il collettivo riesce a far confluire tutto il meglio della loro arte musicale (dimostrata con i lavori precedenti) e del loro background, probabilmente. Il fascino del blues, del folk, del funk, del jazz e del samba, vanno a creare un collage unico, pieno di ritmo. Sfaccettature sonore e immaginifiche che sanno di posti lontani ma allo stesso tempo sono molto riconoscibili attraverso un cantato in italiano che, tra l'altro, sottolinea anche la capacità del collettivo di scrivere testi interessanti, che non sfigurano mai rispetto al variopinto tappeto sonoro che riempie l'intero album. 

Tropico è un album molto ben curato, che da forte l'idea di istintività e funambolicità della band, che riesce perfettamente a passare da momenti di frenesia contagiosa a momenti riflessivi (La Strada dei Mulini a Vento o Portami con Te), in un continuo fluire di atmosfere spesso dal sapore old style ma sempre fresche nell'approccio. 

Tropico è una sorta di puzzle pazzo che tra citazioni, richiami, poesia sembra continuamente rimandare a qualcosa di già conosciuto ma che alla fine non si riesce a focalizzare, perché la spavalderia (e bravura) della band riesce a sopraffare tutto. 
Il Collettivo Ginsberg confeziona un album che rappresenta l’estro del gruppo e la vastità di sfumature che la musica (e un disco di musica) può raggiungere quando si è veramente liberi di farla.





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