Killer 4 (Autoproduzione, 2016)




di Sisco Montalto - Sonorità tese e accattivanti per i Killer4, che a primo impatto riportano al grunge di “nirvaniana” memoria (vedi Run Away, forse il pezzo più completo del lavoro), senza quella sofferenza che fece grande la band di Seattle. Motivo per cui a qualcuno ricorderanno altre grandi band di quella zona piuttosto che i Nirvana.


Ma non c'è solo Seattle nella loro musica. I Killer4 con il primo Ep si presentano in maniera limpida e fanno subito capire il loro background: un rock (hard) dalle sonorità ruvide, a tratti punk, molto affine alla gloriosa scena statunitense (non a caso una etichetta americana si è accorta di loro) degli anni 80-90. I killer4 ripropongono quasi fedelmente quell'approccio al rock. Non ci sono sbavature, pochi sono i compromessi: chitarre distorte sempre in prima linea, una voce quasi caustica, un groove deciso, arrabbiato e un ritmo sostenuto, che però lascia tra le righe anche accenni di melodie.  


I brani riescono a tenere alta l'intensità dell'Ep, avendo una varietà accettabile.
Si avvertono delle incertezze di produzione, come nella traccia d'apertura, The Pain's Inside (Just Burn And Die), che suona un po' forzata in alcuni punti, però nel complesso la band sembra a proprio agio nel riproporre un genere, mettendoci anche un evidente carisma.
Ascoltando l’ep infatti non si ha l’impressione di ascoltare una copia di qualcosa di già sentito, pur riconoscendo la familiarità di certe sonorità.

Sarà interessante vedere l’evoluzione creativa del progetto Killer4, magari vedendoli all’opera con un full length.



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